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'Porte aperte' al Bione e al Ferrhotel, Lecco incontra i richiedenti asilo

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Dopo il successo dell'11 settembre scorso, sono stati in tanti anche quest'oggi i lecchesi che hanno voluto prendere parte alla seconda 'Marcia delle donne e degli uomini scalzi' in cammino verso i luoghi di accoglienza e di non-accoglienza, iniziativa di carattere nazionale cui il Comitato Noi Tutti Migranti di Lecco non ha mancato di aderire neanche questa volta. Meta dell'incontro sono stati quindi i centri del Bione e del Ferrhotel, realtà di approdo dei richiedenti asilo nel nostro territorio, che si sono trasformati per un pomeriggio in spazi di festa dove tutti insieme, richiedenti asilo, cittadini e volontari, hanno trascorso insieme un assaggio di Natale tra canti e balli. Al Bione, è stata l'energia del coro Gospel Sol Quair, affidato al maestro Giuseppe Caccialanza, a dare vita ad un momento di unione e condivisione di rara bellezza: senza dimenticare le differenze ma anzi valorizzandole i presenti si sono stretti assieme in scambi di abbracci e di balli che conoscono solo il linguaggio universale del divertirsi, e di farlo bene.Massimo Chiodini"Quello di oggi è un momento per stare assieme al di là di ogni tipo di ideologia, barriera, discriminazione", ha raccontato Massimo Chiodini, responsabile del Centro di accoglienza del Bione per il Progetto Arca. "Oggi qui noi ospitiamo 160 ragazzi delle più disparate provenienze e felici di relazionarsi in un'occasione come questa con i cittadini della città che li accoglie. Da entrambe le parti c'è la volontà di comunicare, di interagire e quando c'è questo anche le eventuali barriere linguistiche calano in maniera consistente" ha assicurato.La questione linguistica, seppur marginale in iniziative come questa, rappresenta in realtà un aspetto di assoluta rilevanza nella vita del migrante: lo sanno bene i volontari della scuola di italiano di Pescarenico, alcuni dei quali erano presenti all'evento di oggi, che su tale presupposto hanno fondato il proprio impegno solidale. "La nostra scuola è formata da insegnanti, studenti e altri volontari che hanno deciso di rendersi utili quando hanno saputo dell'arrivo dei migranti. Per questi ragazzi è importantissimo imparare la nostra lingua, è l'elemento essenziale per integrarsi nel territorio. A questo fine, noi garantiamo lezione tre volte alla settimana, con sei ore di insegnamento al giorno suddivise su tre turni" hanno spiegato Alice Bianchi e Stefania Rovagnati. Oltre all'insegnamento della lingua italiana, sono anche altre le idee promosse dal gruppo: in occasione di queste festività, ad esempio, è da attribuirsi a loro l'iniziativa 'Natale in famiglia'. "Abbiamo proposto ai lecchesi di accogliere durante un pranzo o una cena alcuni ragazzi. Non ci aspettavamo una tale risposta: avevamo più posti disponibili che ragazzi iscritti, così abbiamo deciso di coinvolgere anche i richiedenti di Airuno, assieme a quelli di Maggianico e del campo del Bione, per un totale di 215 ospiti. Sembra che Lecco si stia muovendo in un'ottica un po' diversa, speriamo che sia l'inizio di una cultura dell'accoglienza nuova'.[GALLERYCENTRALE]All'appello per una società più giusta e degna, lanciato dal  Comitato Noi Tutti Migranti di Lecco anche in questa occasione, sembra quindi sensibilizzarsi una fetta sempre più ampia di persone. Anche al Ferrhotel, oggi, la festa a suon di musica è stata mossa dai medesimi presupposti: i balli in cui si son lasciati travolgere i tanti migranti sembravano per un attimo aver fatto scomparire la sofferenza, la diffidenza di un paese straniero, la mancanza della propria terra. Il crescere di sentimenti di empatia e di viva umanità da parte dei cittadini, ad ogni modo, non cancella il sacrosanto bisogno di risposte chiare in merito ad una realtà dai grandi numeri che non vuol essere negata ma che al tempo stesso pretende organizzazione: "sono un cittadino curioso che è venuto fin qui per vedere in che condizioni questa accoglienza 'densificata' si stia traducendo. Spero quindi che oltre al momento della festa ci sia anche un intervento illustrativo, per capire come si supererà questo modello ora che è stato diffuso dai comuni il  protocollo di micro accoglienza. Si parla di grandi questioni e di grandi numeri: vorrei prendere atto personalmente di come andranno le cose", ha detto uno dei presenti, in cerca di un po' di chiarezza.

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