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Lecco: stock di abbigliamento sportivo rubato da un camion trovato in vendita in un outlet cittadino, pugliese a processo

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L'ingresso del Tribunale di LeccoE' una vicenda che parte dalla Cina e che verrà "sviscerata" presso il Tribunale di Trani quella approdata quest'oggi all'attenzione del giudice monocratico del Foro di Lecco Nora Lisa Passoni, dichiaratasi alla fine dell'udienza incompetente tanto da disporre dell'invio degli atti alla Procura dalla cittadina pugliese come da richiesta dall'avvocato Vipo Ippedico, difensore dell'unico soggetto arrivato a giudizio ovvero il signor Michele Di Pierro. Ricettazione l'accusa mossa nei suoi confronti, a seguito di una denuncia presentata anni fa dal legale rappresentante di una società specializzata nella commercializzazione di capi d'abbigliamento sportivo e titolare del marchio con il quale gli stessi - prodotti nella Repubblica Popolare - vengono poi messi in vendita in Europa. Dopo aver solcato i mari, infatti, un container spedito dalla Cina venne - da quanto risulta agli atti - sdoganato a La Spezia con il contenuto poi caricato su un camion diretto verso Bolzano, con sosta tecnica prevista dal conducente a Parma. Rimessosi al volante dopo lo stop l'autotrasportatore si sarebbe accorto però del furto di parte del carico, con la marce stivata all'interno del rimorchio asportata da ignoti praticando un taglio lungo il telone. Cosa c'entra tutto ciò con Lecco? Nulla in prima battuta se non fosse però che - dopo la denuncia del fattaccio - l'azienda "beffata", tramite mirate ricerche on-line, sembrerebbe essere riuscita a risalire alla mercanzia sparita, trovata in vendita presso l'outlet Avant Garde di Aldo Anghileri, imprenditore che lega il primo nome alla Ande srl, conosciutissima società posta in liquidazione nel 2012 e dichiarata fallita - su istanza del pubblico ministero Paolo Del Grosso - nell'ottobre dello scorso anno. Siamo arrivati così all'anno 2013. Il commerciante lecchese, contattato, avrebbe spiegato di aver acquistato la partita di indumenti "incriminata" - poi posta sotto sequestro dall'Autorità Giudiziaria - dall'impresa con sede a Bisceglie dell'odierno imputato, non comparso quest'oggi personalmente in Aula ma rappresentato dall'avvocato Ippedico che, prima dell'apertura del dibattimento, ha sollevato l'eccezione relativa all'incompetenza territoriale del Foro di Lecco, dovendo a suo giudizio tale procedimento incardinarsi a Trani, Tribunale competente per residenza del Di Pierro non essendo possibile stabilire dove sia stato commesso il supposto reato a lui ascritto e quindi la ricettazione dei capi provento di furto. Una tesi questa sposata dal giudice che ha così disposto l'invio degli atti alla "giusta" Procura decretando anche il non luogo a procedere in riferimento all'istanza di dissequestro agli atti, avanzata dalla società "titolare" dello stock di capi ancora oggi non "svincolati", richiesta questa sulla quale non si era pronunciato, nelle scorse settimane, nemmeno il gip Massimo Mercaldo investito di una questione che - a suo giudizio - doveva essere valutata dalla collega Passoni già assegnataria del fascicolo e quindi di un caso che ora migrerà invece al Sud.

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