La comunità parrocchiale dei Santi Gervaso e Protasio, in quartiere Castello di Lecco, organizza sabato 9 aprile il pellegrinaggio della Misericordia. Vi partecipano con tutti, i ragazzi ed i genitori del catechismo dell’iniziazione cristiana e dei pre-adolescenti, adolescenti, diciottenni e giovani. Il ritrovo è fissato alle 14.45 davanti alla chiesa parrocchiale di Castello. I partecipanti raggiungeranno a piedi la Basilica di San Nicolò in Lecco. La chiesa parrocchiale di CastelloNella Basilica i fedeli partecipanti attraverseranno la Porta Santa per l’indulgenza giubilare e saranno poi presenti alla celebrazione della Messa alle ore 16. Il pellegrinaggio sarà guidato dal parroco don Egidio Casalone. La Porta Santa è quella centrale sulla facciata di San Nicolò, la principale delle tre porte della Misericordia e dei Santi Patroni, opera del noto scultore Enrico Manfrini. Sono state inaugurate, con solenne cerimonia, il 19 marzo 1975, dall’allora arcivescovo di Milano cardinale Giovanni Colombo. Era prevosto mons. Enrico Assi, poi vescovo a Cremona. Le porte sono state donate alla Basilica dalla Banca Popolare di Lecco, a memoria del suo presidente Mario Bellemo, nel primo anniversario dell’improvvisa scomparsa. E’ un pellegrinaggio di Misericordia nello spirito più intenso dell’Anno Giubilare, quello di sabato prossimo, ma si svolge su orme storiche di plurisecolare valenza e memoria. Nella solennità del Corpus Domini si svolge la storica processione da Castello a Lecco, la più importante della città e dell’intero decanato, antica pieve, che risale al 1608. Il provvedimento canonico della processione venne reso noto dall’arcivescovado di Milano, intendendo con la stessa realizzare un simbolico abbraccio fra le due chiese che si erano contese la sede plebana. La Basilica di San Nicola in LeccoE’ pure il percorso delle processioni che ricordano gli storici avvenimenti legati alla leggendaria figura di Gian Giacomo Medici detto il Medeghino, risalenti agli anni dopo il 1524 e ricordati nella lapide del 1528, uno dei due marmi collocati all’ingresso della Basilica, lateralmente alla porta sussidiaria di via Mascari. La scomparsa di Gabrio Medici, fratello del Medeghino, mortalmente ferito nella battaglia navale fra Onno e Mandello, del 1532, generò la disputa circa la chiesa della sua sepoltura. Vi era, infatti, legata la concessione dell’indulgenza voluta da Giovanni Angelo Medici, fratello di Gabrio e di Gian Giacomo, divenuto papa Pio IV. E’ stata per onorare la memoria del giovane caduto in combattimenti la concessione nel 1570 del Perdono alla chiesa che ne aveva accolto le spoglie. Particolare dello schema panoramico delle chiese della Pieve di Lecco, nel 1608E’ dopo il 1570 si discusse a lungo per stabilire l’edificio sacro della tumulazione. La salma di Gabrio era rimasta a Lecco quando nessuno poteva prevedere il privilegio che sarebbe spettato alla chiesa della tumulazione. Fu l’inizio di una serie di battaglie verbali e protocollari, di proteste e di ricorsi, fra Lecco e Castello, per ottenere il Perdono. Si giunse ad una conclusione con l’inchiesta della Curia di Milano nel 1607, quando erano ormai trascorsi oltre 70 anni dagli episodi bellici del Medeghino. Ma non era ancora finita. La decisione di assegnare il Perdono a Lecco sollevò le proteste e la resistenza di Castello, mentre la celebrazione del Perdono stesso minacciava di degenerare nel blocco dei gruppi di fedeli diretti verso le chiese interessate. Si giunse, così, alla decisione definitiva di celebrare il Perdono alternativamente presso San Nicola in Lecco e presso i Santi Gervaso e Protaso in Castello. Le processioni dei fedeli delle varie parrocchie verso Lecco o Castello proseguirono nel corso dei secoli. Furono care ad Uberto Pozzoli ed a Arsenio Mastalli, ricercatori di storia locale. E’ stato proprio Arsenio Mastalli a ricordare le ultime processioni degli anni ’50 del Novecento. Il gruppo chierichetti della parrocchia di CastelloLa motorizzazione crescente, il traffico intenso delle giornate pasquali rappresentavano ostacoli notevoli per uno svolgimento composto delle processioni, abituate per secoli a procedere lungo le polverose, ma deserte strade di campagna. E così scomparve anche l’indulgenza del Perdono. La festa del Perdono è invece rimasta a Melegnano, grosso centro del milanese, lungo la via Emilia, passato in feudo al Medeghini dopo aver abbandonato Lecco. Anche questa indulgenza venne voluta da Papa Pio IV e si celebra il Giovedì Santo. Quest’anno sono stati calcolati più di 100.000 visitatori durante la kermesse religiosa pasquale che unisce da 453 anni una ricorrenza di fede ed una festa cittadina. Un momento del corteo di rievocazione storica delle origini del Perdono a MelegnanoNella Basilica di San Giovanni Battista in Melegnano si espone la bolla del Perdono. Vi è un corteo storico con personaggi in costume che ricorda le origini del Perdono. C’è anche il riconoscimento civico per un cittadino benemerito, come per i lecchesi in occasione della festa di San Nicolò. Quest’anno il “Perdonato 2016” è stato l’avv. Flavio Biancardi, storico volontario di tante iniziative locali, presidente della Croce Bianca di Melegnano. Il pellegrinaggio di sabato pomeriggio da Castello a Lecco, nell’Anno Giubilare della Misericordia, può anche riportare alla memoria storici eventi nel corso dei secoli passati, auspicio per un rinnovato cammino di fede.
↧