Un "perfetto padre di famiglia", che fa due lavori per garantire ai suoi cari (moglie e tre figli) una esistenza dignitosa, senza vizi né problemi pregressi con le forze dell'ordine. Una immagine, quella resa dai Carabinieri della Compagnia di Merate, del 51enne garlatese Fabrizio Alborghetti, che stride con quella dell'uomo che nella serata di martedì 5 aprile è stato arrestato con l'accusa, ancora chiaramente tutta da dimostrare, di aver cercato di uccidere nel sonno la madre - Ermanna Panzeri, di 82 anni - dopo essersi introdotto nottetempo nell'abitazione dell'anziana, averla raggiunta in camera da letto chiudendole poi le vie respiratorie con della pellicola trasparente e del nastro adesivo. L'uomo, di fronte alla inaspettata reazione della genitrice che è riuscita a resistere a colui che pensava essere un ladro e a lanciare l'allarme, è fuggito vagando fino a raggiungere Pescate dove si è immerso nelle acque del Lago. Lo ha notato, verso le 3.00 di notte, l'equipaggio di una ambulanza di passaggio, che lo ha trasportato al Pronto soccorso dell'ospedale di Lecco. Ai militari che lo hanno interrogato, dopo aver ascoltato il resoconto terrorizzato dell'anziana, ha raccontato di essere stato aggredito da ignoti malviventi che si erano introdotti nell'abitazione della madre, di essere stato immobilizzato, incappucciato e gettato nelle acque del lago. Una versione dei fatti che fin da subito non ha convinto gli uomini dell'Arma chiamati a indagare su quanto accaduto, e che è crollata miseramente dinnanzi agli elementi di prova poi raccolti, sulla base dei rilievi effettuati e delle immagini delle videocamere di sorveglianza presenti lungo Via Statale, la trafficata arteria che taglia in due Garlate, sulla quale si affaccia la bifamigliare dove vive la signora Panzeri.Il luogotenente Germano Montanari e il capitano Roberto De Paoli"Non si tratta di una persona socialmente disagiata, non è un alcolista né un tossicodipendente" hanno spiegato il comandate dei Carabinieri della Compagnia di Merate Roberto De Paoli e il luogotenente Germano Montanari a capo del Nucleo Operativo. "È un uomo di quasi 52 anni che fino a ieri si è spaccato la schiena per mantenere la sua famiglia, senza mai manifestare vizi o altre forme di devianza. L'altra notte ha scatenato una furia repressa, per motivi che stiamo cercando di comprendere e dovranno essere valutati in sede giudiziaria. Una "mezz'ora di ordinaria follia", che vede protagonista un uomo che fino a ieri non aveva mai dato segnali che potesse compiere un gesto così grave". È un dramma nel dramma quello che si è consumato nella palazzina garlatese, che vede coinvolte due famiglie alle prese con un fatto che apparentemente non trova una spiegazione razionale. "Inizialmente, come riferito dalla signora Ermanna, abbiamo appreso che un individuo - poi risultato essere il figlio - intorno alle 00.30 della serata si era introdotto a casa sua al buio, bloccandola a letto e coprendole il volto con della pellicola trasparente da alimenti, fissata con del nastro adesivo grigio del tipo "loktite", detto americano. La donna, che fortunatamente gode di ottima salute, è riuscita a liberare la bocca per gridare, chiamando al telefono con un apposito tasto di emergenza presente sul comodino i suoi famigliari" ha spiegato il comandante De Paoli. È una vera e propria colluttazione quella ingaggiata dall'energica 82enne garlatese con l'individuo che l'ha immobilizzata, che le ha provocato ampi lividi sulle mani. Il vicino di casa, svegliato dai pugni sul muro e dalle grida, ha prontamente allertato i Carabinieri, giunti sul posto dalle stazioni di Olginate, Casatenovo, Costa Masnaga, unitamente al nucleo radiomobile di Merate. L'uomo - che in base al quadro accusatorio emerso dalle indagini corrisponde a Fabrizio Alborghetti - compreso che erano in arrivo le forze dell'ordine nonché i suoi famigliari, si è dato ad una fuga precipitosa lasciando numerose tracce del proprio passaggio. A partire dal nastro adesivo utilizzato per cercare di soffocare la signora, trovato nel giardino dell'abitazione e che corrisponderebbe a quello indicato come nella disponibilità del 51enne. VIDEOFabrizio Alborghetti - da quanto è stato possibile apprendere - la sera di lunedì 4 aprile non avrebbe fatto ritorno alla propria abitazione di Garlate dopo il lavoro - è impiegato presso una realtà di Lecco durante il giorno, oltre a svolgere un incarico occasionale nelle ore serali - senza avvisare la propria famiglia, poi accorsa subito della signora Ermanna a seguito della chiamata di emergenza arrivata al telefono di casa. E' stato trovato dall'equipaggio dell'ambulanza di passaggio mentre vagava in stato di shock nei pressi del ponte Manzoni di Pescate, completamente fradicio. Anche l'immersione notturna nelle acque del lago, in base alla ricostruzione dei fatti fornita dai Carabinieri, sarebbe parte della "messinscena" pensata per coprire il tentativo di uccidere nel sonno l'anziana madre. I presunti malviventi, che avrebbe incontrato mentre entrava in casa della donna per recuperare effetti personali, lo avrebbero aggredito alle spalle, incappucciato, caricato su un'auto e gettato nelle acque del lago. "Grazie alle immagini delle telecamere dei comuni di Pescate e Garlate, e a quelle delle numerose proprietà private ben sorvegliate, abbiamo escluso senza alcun dubbio il concorso di terzi" ha argomentato il comandante De Paoli. "Sulla base di quanto rilevato, è emerso come sia lui l'autore del gesto e della fuga. Non sappiamo cosa abbia fatto nelle tre ore in cui ha vagato, e come sia finito in acqua. Un comportamento, questo, messo in atto con ogni probabilità per inscenare una versione più convincente della sua ricostruzione dei fatti, e per crearsi un alibi che giustificasse il mancato ritorno dalla sua famiglia in primis, e l'assenza dalla casa della madre che aveva chiamato aiuto". La casa teatro dell'accadutoFabrizio Alborghetti sembrerebbe aver ammesso le sue responsabilità relativamente alle contestazioni mosse nei suoi confronti da parte dei militari. "Si è come liberato da un peso troppo grande per poter essere sopportato. Il movente e le cause alla base del suo gesto sono da chiarire, ma la volontà era quella di uccidere". Una tesi, questa, che troverebbe conferma nel fatto che dall'abitazione di Ermanna Panzeri nulla è stato preso. Alla luce di quanto emerso in sede di indagine, in accordo con il pubblico ministero della Procura della Repubblica dottor Nicola Preteroti, Fabrizio Alborghetti è stato tratto in arresto con l'accusa di "tentato omicidio aggravato" e, una volta espletate le formalità di rito, trasferito presso la Casa circondariale di Lecco a disposizione dell'autorità giudiziaria. Nei prossimi giorni si svolgerà l'interrogatorio di garanzia nei suoi confronti, che potrebbe far luce sulle motivazioni alla base del tragico gesto. Quest'oggi, in carcere, ha ricevuto la visita dell'avvocato d'ufficio che lo assiste, trincerandosi però nel silenzio, in evidente stato di shock.
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