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La riforma sanitaria applicata nel territorio lecchese con i suoi due ospedali maggiori, il presidio minore di Bellano e quello di Casatenovo

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Mauro LovisariHo pensato che continuare a parlare di sanità, ed in particolare di quella lecchese, anche ora che sono fuori dal sistema causa rottamazione, non sia politicamente scorretto. Al contrario, ora ne posso parlare come “esperto”,  avendo alle spalle più di un ventennio alla direzione di Asl, Aziende Ospedaliere e Cliniche Private Accreditate, e soprattutto senza secondi fini.Adesso ne posso parlare anche prendendo una posizione politica e cercando di favorire l’implementazione della Riforma voluta dal Presidente Maroni ed in particolare da quello che è il mio partito dal 1994, la Lega Nord.Ho avuto modo di affermare, ed ora lo ribadisco, che la Riforma evolutiva del sistema di welfare è prima di tutto giusta, in quanto tende a collegare ed integrare le diverse azioni attuate dagli erogatori socio sanitari, pubblici e privati, nei confronti dei bisogni espressi dai Cittadini.E’ per questo motivo che l’ATS, Agenzia di Tutela della Salute, dovrà soprattutto valutare e pesare i bisogni, governare la prevenzione e controllare costantemente la qualità espressa dagli erogatori.E’ per questo che le ASST, Aziende Socio Sanitarie Territoriali, provvedono ora al governo delle attività non solo negli Ospedali per l’acuzie e la riabilitazione specialistica, ma anche nel territorio con i presidi ospedalieri minori (POT), con i Distretti (PressT) e con l’Assistenza Domiciliare.I Direttori delle nuove Aziende sono passati da tre a quattro: è nata la figura del Direttore Socio Sanitario, che nell’ATS pianifica e controlla i bisogni (fragilità, cronicità, handicap, ecc.) e nell’ASST riprogetta l’organizzazione delle attività, prendendo in carico (prendersi cura) il paziente che esce dall’acuzie, riprogettando i successivi interventi in sintonia con il Direttore Sanitario, facendolo transitare alle successive sedi di cura appropriate nel territorio (Pot, Presst e domicilio), creando collegamenti concreti con tutte le figure professionali che concorrono alla guarigione o alla stabilizzazione. La Riforma si rivela quindi anche coraggiosa, perché i nuovi Direttori Generali dovranno redigere un Piano Organizzativo Aziendale innovativo con le risorse disponibili, che con i chiari di luna imposti dal Governo Centrale potrebbero non essere all’altezza della loro progettualità. Per questo motivo ritengo giusto, oltreché importante, che il Piano, almeno nelle sue grandi linee, venga condiviso con i Sindaci che sinora, peraltro, non sono mai stati coinvolti nella fase elaborativa delle strategie. Anche i Partiti devono poter contribuire, con le loro idee e suggerimenti, a costruire il corretto e difficile percorso applicativo della Riforma.La Riforma si rivela, infine, anche complessa, in quanto i Direttori dovranno saper collegare fra loro professionalità diverse (si pensi ai Medici di Famiglia, agli Specialisti Ambulatoriali, ai Medici Ospedalieri) che in passato hanno sempre agito in modo autonomo e non coordinato, per arrivare davvero al passaggio “dal curare al prendersi cura”.Siamo al dunque, ed è tempo di giocare a carte scoperte, per costruire anche per la Sanità lecchese un percorso che mantenga l’attrattività dei due Presidi Ospedalieri maggiori (Manzoni e Mandic), che dia un reale contenuto al Presidio minore di Bellano e che definisca il futuro del potenziale Presidio Territoriale di Casatenovo.Una delicatezza particolare assume la strategia da definire per il Meratese-Casatese, i cui Sindaci hanno prodotto un documento che non può essere ignorato e che va integrato, a mio modesto avviso con alcune precisazioni tecniche già portate all’attenzione del D. G. Dr. Manfredi.  Per preservare e, se possibile, potenziare il ruolo del Mandic occorre:·         confermare la struttura dipartimentale di Area Medica, con l’ingresso dell’acuzie pneumologica e della riabilitazione specialistica, prevedendo un coordinamento di figure specialistiche che attengono anche ad altri Dipartimenti gestionali, creando coordinamenti orizzontali piuttosto che verticali ed assicurando gli organici appropriati in base alla normativa in vigore;·         potenziare il Dipartimento di Area Chirurgica, riadeguando l’organico a garanzia del pieno sfruttamento della nuova tecnologia operatoria, premiando la capacità di risposta degli specialisti di Chirurgia Generale, Ortopedia, Uro-Ginecologia, Oculistica ed ORL;·         offrire maggiore attenzione alla possibile e concreta attrattività della Chirurgia mininvasiva, oncologica e pediatrica del Mandic;·         intervenire sulla riprogettazione dell’emergenza, concretizzando il progetto della degenza di osservazione breve nel P.S. e contemporaneamente ripensare al ruolo dei Medici di Famiglia e della Continuità assistenziale per la gestione dell’urgenza minore (codici bianchi e verdi che provocano i maggiori disagi del Cittadino in P.S.).Il progetto “Cittadella della Salute”, stilato dall’Amministrazione Robbiani e corredato da un accordo regionale sottoscritto dai Direttori di Asl ed A.O., Lucchini e Lovisari, non venga lasciato nel dimenticatoio, ma diventi la pietra miliare del rilancio del Mandic.Ammetto che questo mio ruolo di suggeritore, rispetto a quello del Manager, è molto più agevole; ritengo tuttavia che se i suggerimenti sono sensati, e soprattutto disinteressati, possono diventare preziosi ed aiutare i Direttori a disegnare progetti concreti, fattibili, equilibrati e condivisi.E’ per questo che cercherò cocciutamente, in questo caso a livello politico, di favorire l’applicazione di una Riforma Giusta, Coraggiosa e Complessa.Chiudo con un grande augurio di felicità, in occasione delle feste pasquali, a tutti i miei ex collaboratori, ai lecchesi ed ai lettori del network Merateonline.

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