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Calolzio: bici d’epoca rubata, 2 a processo per ricettazione

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Per 40 anni ha aggiustato biciclette, e ora si trova accusato – insieme ad un conoscente -  di ricettazione di una due ruote d’epoca (una Legnano rossa) che risulta essere stata rubata al legittimo proprietario alla stazione di Calolziocorte. S.L., meccanico in pensione imputato unitamente al conoscente G.M., nella mattinata di oggi si è difeso dalle accuse mosse nei suoi confronti. “Ho cessato la mia attività nel 2000, ho sempre aggiustato biciclette, e ora a 80 anni mi ritrovo coinvolto in questa storia” è stato lo sfogo dell’uomo di fronte al giudice Salvatore Catalano e al Pubblico ministero Mattia Mascaro. “Era stato il mio conoscente a portarmela, dicendo di averla trovata abbandonata per strada. Era in pessime condizioni, e quel giorno in negozio c’era un altro signore che si è detto interessato ad averla. Mi ha proposto 50 € per sistemarla, e io ho accettato”. La due ruote rossa, dopo essere stata rimessa in sesto, è quindi diventata di proprietà di A.B. Caso vuole che egli – la cui posizione in merito alla ricettazione è stata archiviata – abitasse accanto alla figlia del legittimo proprietario della bicicletta, la quale ha riconosciuto il mezzo di trasporto tanto caro al padre. “Era vecchia di 40 anni, non so quale potesse essere il valore economico, per me era più che altro affettivo” ha spiegato L.B., che ha denunciato il furto subito alla stazione di Calolziocorte ai Carabinieri. “Ho detto a quell’uomo di ridarmela, e lui mi ha chiesto del denaro. Ho rifiutato perché non ritenevo giusto pagare per avere una cosa che era mia, e ho riferito tutto alle forze dell’ordine”. I Carabinieri di Calolziocorte, come è stato confermato in aula, hanno perquisito le abitazioni dell’ex meccanico e dell’uomo che aveva portato a casa la bicicletta d’epoca, senza però trovare la due ruote “incriminata”. “Ho una passione per le biciclette, quando sono arrivati i Carabinieri ne ho mostrate loro alcune, ma non quella. L’avevo vista dall’ex meccanico, e gli ho proposto una somma per sistemarla. Non ho rubato nulla a nessuno” ha spiegato A.B., che ha in seguito restituito il mezzo al denunciante. Il Pubblico ministero ha indicato per i due uomini l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Gli avvocati Letizia Semeraro e Graziana Gatti si sono associati a tale richiesta, chiedendo in subordine la derubricazione del capo di imputazione ai sensi dell'articolo 712 del codice penale (acquisto di cose di sospetta provenienza). Si torna in aula per le repliche il prossimo 21 giugno.

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