Il Tribunale di LeccoIn quel consulente finanziario avevano riposto completa fiducia, tanto da affidargli una consistente somma da investire in titoli azionari. Quel denaro però, non solo non è ''fruttato'' come avrebbe dovuto, ma è...sparito. I tre lecchesi infatti - madre, padre e figlio - non hanno più visto nemmeno un centesimo di quei 640mila euro consegnati al ''promotore''.La loro denuncia querela, sporta nel febbraio 2013 nei confronti di I.T., classe 1946, residente a Carate Brianza, è sfociata in un fascicolo penale aperto dal sostituto procuratore Nicola Preteroti e discusso quest'oggi in tribunale a Lecco dinnanzi al giudice monocratico Enrico Manzi.Assente l'imputato, difeso di fiducia dall'avvocato Roberto De Vito del foro di Monza, che ha chiesto di potersi avvalere del patteggiamento, proponendo 2 anni di reclusione con pena sospesa. Proposta alla quale non ha però prestato il consenso il vice procuratore onorario Mattia Mascaro, in rappresentanza della pubblica accusa. Un'udienza durata quindi una manciata di minuti: si torna in aula il prossimo 18 aprile, quando la difesa sottoporrà al giudice una nuova richiesta.All'udienza odierna era presente anche l'avvocato Alessandra Carsana, costituitasi parte civile per conto delle tre vittime: una coppia di coniugi lecchesi con il figlio, che avrebbero consegnato all'imputato somme pari a 540mila e 100mila euro rispettivamente, nella speranza di poter investire al meglio i risparmi di una vita. Peggio di così invece, non poteva andare e ora l'imputato deve rispondere dell'accusa di truffa aggravata.
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