“Le ricordo che lei è un testimone ed è obbligato, per quanto possa apparire imbarazzante, a dire la verità. Il processo non è nei suoi confronti”. Queste le parole con cui il giudice del Tribunale di Lecco Enrico Manzi si è rivolto ai testimoni apparsi in aula nella mattinata odierna, nell’ambito del processo a carico di Aziz Boujdar, di nazionalità marocchina. L’uomo, che era stato fermato a inizio 2014 unitamente ad un complice ed è stato accusato di produzione, traffico e detenzione illecita di sostanza stupefacente – in questo caso cocaina – in concorso, è stato condannato ad un anno di reclusione (pena sospesa e non menzione) e 1.600 € di ammenda. Per l’altro straniero era stata chiesta invece la messa alla prova. I fatti risalgono al 2013, quando l’odierno imputato si spostava sul territorio provinciale, a bordo di diverse vetture, per raggiungere i suoi “clienti”, dopo averli contattati telefonicamente.Proprio grazie all’analisi dei tabulati telefonici riferiti all’utenza in uso ai due stranieri, era stato possibile rintracciare i destinatari della sostanza, che si sono ritrovati questa mattina fuori dall’aula del tribunale lecchese. Di entrambi i sessi, variegata l’età, si sono sottoposti all’esame del Pubblico ministero Alessandro Figini, che ha chiesto loro il numero di telefono utilizzato all’epoca e una conferma sulle dichiarazioni rese alle forze dell’ordine nell’immediatezza dei fatti, quando erano stati chiamati al riconoscimento fotografico dell’imputato. “Ho acquistato la cocaina una sola volta, sotto le feste natalizie, da soggetti che mi contattavano telefonicamente prima dell’incontro e poi arrivavano in auto, a bordo di una Yaris. Ci siamo trovati ad Annone Brianza, una pallina da 0,4 grammi per 40 euro” ha raccontato un uomo in aula. “Gli scambi avvenivano a Civate, ci sentivamo al telefono e ci davamo appuntamento. Usavano una Renault grigia” ha affermato un altro testimone, che ha effettuato più acquisti. Simile il racconto di una donna, che ha spiegato che andava all’appuntamento a Galbiate insieme ad altri amici, ed erano loro a salire sulla vettura dove avveniva lo scambio tra denaro e droga.“Nonostante il reato sia continuato si tratta di piccolo spaccio. Da qui l’obbligo di dimora a Nova Milanese disposto all’epoca dei fatti nei confronti dell’imputato” ha spiegato in aula il giudice Enrico Manzi. Il Pm ha chiesto la condanna ad un anno di reclusione e 2.000 € di sanzione. “Due su sei testimoni hanno espresso incertezza nel riconoscimento del mio assistito, e sulla descrizione delle vetture utilizzate. Non è stata raggiunta la prova della sua colpevolezza” ha spiegato l’avvocato Laura Rota, chiedendo l’assoluzione del marocchino. Il giudice ha condannato l’uomo alla reclusione per un anno (pena sospesa) e 1.600 € di ammenda.
↧