Tanti ricordi ed emozioni nella mattinata odierna a Garlate, in occasione di un consiglio comunale straordinario: le autorità del paese, infatti, hanno deciso di conferire la cittadinanza onoraria a don Mario Colombini, parroco dal 1986 e sostituito alla guida della comunità da don Matteo Gignoli."Le motivazioni di questo gesto simbolico" ha affermato il sindaco Giuseppe Conti "non risiedono solo nella lunghezza del ministero che don Mario ha svolto in mezzo a noi e nemmeno nell'affetto che ci lega a lui per averlo avuto come riferimento personale e collettivo. La ragione che sentiamo di più, come rappresentanti civici del nostro paese, è che egli è riuscito, nella sua funzione pastorale, a incidere profondamente nella vita di Garlate e ha rappresentato una costante spinta alla sua evoluzione positiva. La narrazione della nostra comunità degli ultimi trent'anni ci riporta continuamente ad istantanee che fotografano don Mario come protagonista: non ci sono mai stati limiti alla sua azione, è stato il parroco di tutti e da questo punto di vista la sua azione sociale ha contribuito a rafforzare il senso comune di "sentirsi parte", di appartenere a una storia e a un presente che rappresenta rifugio e ancoraggio indispensabile quando emergono le difficoltà. Le modificazioni e le trasformazioni sociali che in questi anni hanno interessato anche Garlate hanno visto l'azione pastorale del nostro Parroco esercitata con convinzione e con assunzione di responsabilità piena, con la capacità di rapportarsi con le istituzioni, senza mai fare "passi indietro" e rendendo sempre la parrocchia un porto sicuro. Ma don Mario è stato anche protagonista nella motivazione delle ragioni profonde del nostro essere comunità, con il suo incessante operare per il recupero delle testimonianze che ci ricollegano alla nostra storia millenaria di comunità cristiana: ha voluto e saputo recuperare la Chiesa parrocchiale e il complesso degli edifici destinati al culto, mettendo in campo le energie necessarie per ristrutturare l'oratorio e il salone della comunità. Una tensione per il "fare", quindi, che non l'ha mai abbandonato, nemmeno in questi ultimi tempi, una tensione per le cose belle che ha reso Garlate così com'è adesso: si sono inevitabilmente create interazioni strette, che non potranno mai essere sciolte, fili invisibili ma tenaci che ci legano e ci legheranno a lui non solo nel ricordo, ma nella vita di tutti i giorni, anche se noi resteremo qui e lui tornerà ad Inveruno. A don Mario, da parte di tutti, grazie di cuore".L'abbraccio tra il sindaco Giuseppe Conti e Don Mario Concetti ripresi anche da Mattia Morandi, vice-sindaco e assessore con delega alla cultura del gruppo consigliare "Paese Vivo". "Don Mario" ha detto quest'ultimo "non è stato un semplice pastore, ma soprattutto un cittadino, realizzando opere concrete in vista del bene comune e stimolando la partecipazione alla vita sociale nel segno della carità: ha ricordato a tutti noi l'importanza della cultura e della salvaguardia delle proprie radici culturali, collaborando attivamente con tutta la comunità per 30 anni". Al consiglio comunale straordinario, inoltre, non hanno voluto mancare le ex autorità del comune di Garlate, che hanno ricordato alcuni momenti significativi del lungo operato del sacerdote. "In una comunità" ha affermato la Dr.ssa Francesca Rota, primo cittadino nel 1986, "ognuno deve fare la sua parte, in base alle proprie competenze e capacità: don Mario è sempre stato in grado di agire senza creare interferenze, camminando al fianco di tutti con attenzione e disponibilità e con un occhio di riguardo non solo alla fede, ma anche alla storia, allo sport e alla vita oratoriale".Francesca Rota e Pierangela Maggi "Dopo la profonda omelia della Santa Messa di martedì sera" ha proseguito Pierangela Maggi, vice dell'ex sindaco Elena Maggi, scomparsa qualche anno fa, "mi sono venute in mente tre parole per parlare di don Mario: accoglienza, presenza e radici. Il suo, infatti, è stato un operato attento e aperto a tutti, senza distinzioni, attivo anche nella società civile e nelle associazioni: "non cerchi ciascuno il proprio interesse- diceva Paolo di Tarso- "ma piuttosto quello degli altri" e mi sembra che il nostro parroco abbia seguito questa frase alla lettera".Giuseppe Saurra, vice di Maria Tammi, ex sindaco di Garlate e ’architetto Giuseppe Spreafico "Anche io ho molti bei ricordi legati a don Mario" ha concluso l'architetto Giuseppe Spreafico, vice dell'ex sindaco Augusto Teli, "come ad esempio le nottate trascorse in Chiesa per i lavori di restauro, nel nervosismo generale: del resto, erano imprese, queste, che sembravano superiori alle sue e alle nostre forze, ma lui ce l'ha fatta, ci ha ridato il respiro profondo della storia, rendendoci consapevoli e orgogliosi di ripetere quei gesti e quelle celebrazioni che più di mille anni fa si sono compiuti negli stessi modi e negli stessi luoghi. Ha sempre messo prima di ogni altra cosa il suo amato oratorio e a noi non resta che dirgli un grande "grazie", dal profondo del cuore".Don Mario La parola, infine, è passata al vero protagonista della giornata. "Garlate è sempre stata la mia sposa" ha affermato con grande emozione don Mario Colombini "e in questi anni ho cercato di renderla più bella possibile e di riportarla al suo vero splendore. Per me è stato un onore guidare questa comunità e voglio che tutti voi siate estremamente orgogliosi di questo paese, che ha le radici profondissime di una storia millenaria. Come ho ripetuto più volte, anche nel libro che ha coronato i nostri lavori di scavi archeologici, la fede della Valle San Martino è nata qui, in questo luogo che è stato a lungo capo-pieve, e ognuno di voi deve esserne fiero, come lo sono io". Il consiglio comunale di Garlate ha quindi approvato all'unanimità il conferimento della cittadinanza onoraria a don Mario: il suo nome è stato così ufficialmente iscritto nell'albo del paese, a perenne memoria del suo operato nel segno della fede e della "presenza".
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