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Metastasi: 'i politici hanno il dovere di conoscere le persone con cui hanno a che fare', il PM 'bacchetta' Brivio e Rusconi

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Il pm Bruna Alberti (foto tratta dal web)La sorpresa non è arrivata dalla richieste di condanna (per leggerle tutte clicca qui). Che, il sostituto procuratore Bruna Albertini fosse intenzionata a "tirare diritto", rimanendo sulle proprio posizioni iniziali quasi come se non ci fosse stata un'istruttoria dibattimentale che qualche ombra interna al castello accusatorio sembrerebbe aver portato alla luce - come sostenuto a margine dell'udienza dall'avvocato Enrico Giarda, difensore dell'ex sindaco di Valmadrera Marco Rusconi - era apparso già chiaro all'esito della seduta della settimana scorsa. Il coniglio dal cilindro è stato dunque estratto non tanto ipotizzando una pena pari a 20 anni di reclusione per Mario Trovato ma nel domandare al collegio - da parte della pubblica accusa - la trasmissione alla Procura degli atti relativi alle testimonianze nientepopodimenoché del primo cittadino pro tempore del comune di Lecco Virginio Brivio, dell'allora numero uno della commissione urbanistica di Palazzo Bovara Alberto Invernizzi nonché dei valmadreresi Emilio Zangari, consigliere comunale, Cristian Francese, comandante di Polizia Locale e Gandino Scola, responsabile dell'ufficio tecnico, tutti comparsi dinnanzi al collegio giudicante - presieduto dal dr. Enrico Manzi con a latere i colleghi Maria Chiara Arrighi e Salvatore Catalano - per relazionare circa la vicenda del Lido di Parè o del Pgt del comune capoluogo. Un vero colpo di scena, arrivato al termine di un'arringa durata complessivamente all'incirca dieci ore, ripresa quest'oggi proprio dall'analisi delle prove emerse in relazione ai capi d'imputazione legati alla supposta infiltrazione dell'ipotizzata associazione per delinquere di stampo mafioso radicata a Lecco nella pubblica amministrazione, avvenuta - a detta della dottoressa Albertini - "in forma garbata, indiretta, senza il bisogno di atti violenti", con le modalità tipiche dunque di "una Locale che si è affermata nella sua fama criminale e può permettersi di usare tattiche più implicite". Travolgente è stato così il sostituto procuratore dalla DDA di Milano al riguardo della posizione di Marco Rusconi, al quale sono state "rimproverate" diverse mancanze nell'esercizio delle sue prerogative da sindaco - tra le quali il non aver annullato la gara per l'assegnazione del Pratone - nonché l'essersi relazionato con Ernesto Palermo, bollato poi - in un altro passaggio della discussione - come vicino anche al primo cittadino lecchese Virginio Brivio al quale sarebbe stato legato - a detta del magistrato - da amicizia. Ecco dunque la "tirata d'orecchie" a entrambi gli amministratori, di cui solo il primo effettivamente a processo: "i politici hanno il dovere di conoscere le persone con cui hanno a che fare" ha "sentenziato" il Pm, ritenendo inverosimile che Rusconi ritenesse davvero che l'insegnante di religione con il pallino per la politica (e una poltrona da consigliere a Palazzo Bovara) fosse soltanto il portavoce di alcuni imprenditori locali. "Siamo a Valmadrera!" ha affermato sostenendo come in un paese piccolo tutti sappiano tutto di tutti, per poi passare a prendere in considerazione l'istigazione alla corruzione contestata allo stesso Palermo (già condannato in abbreviato a Milano) e a Antonello Redaelli, per la vicenda del terreno di Acquate di proprietà di due nipoti del taxista valmadrerese e infine al capitolo sulle intestazioni fittizie e il riciclaggio del presunto "denaro sporco" che ha "inguaiato" - tra gli altri - anche i figli di Mario Trovato e la sua giovanissima compagna.

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