Formulate le conclusioni anche della parte civile. L'avvocato Donatella Saporiti, costituitasi per conto del comune di Lecco, si è associata a quanto sostenuto dal pubblico ministero Bruna Albertini evidenziando come "le testimonianze non hanno scalfito le tesi accusatorie", ma al contrario abbiano rafforzato un quadro già ben delineato. Provata dunque a suo giudizio l'esistenza dell'associazione per delinquere di stampo mafioso operante in Lecco, capeggiata da Mario Trovato il quale "non avrà lo spessore criminale del fratello Franco, ma nessuna attività viene messa in atto senza che lui dica come ci si debba comportare". Riconoscendo poi nelle intercettazioni - telefoniche e ambientali - l'elemento fondante dell'impianto accusatorio, l'avvocato Saporiti ha evidenziato come Ernesto Palermo, il più "chiacchierone" degli indagati, sia sì "un personaggio sopra le righe", ma anche come le sue parole si siano poi tramutate in fatti. Chieste dunque pene secondo giustizia per Trovato e gli altri 4 presunti affiliati alla locale lecchese, nonché una provvisionale complessiva di 125.000 euro per l'ipotizzato danno patito dal comune di Lecco.
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