È calato complessivamente dello 0,9% il numero degli iscritti della Cgil di Lecco nel corso del 2015, rispetto all’anno precedente. Il dato è diretta conseguenza della crisi economica che ancora fa sentire i suoi effetti in determinati settori – in particolare quelli dell’industria e dell’edilizia – dove ad una ripresa degli indici di produzione registrata nel corso degli ultimi mesi non corrisponde un incremento dell’occupazione.Wolfango Pirelli e Sergio FassinaÈ in corso una modifica sostanziale della tipologia della rappresentanza, in cui appare in forte crescita (+ 15,6%) la categoria NIDIL (lavoratori atipici) ed è invece in calo – un dato questo nuovo rispetto alle precedenti annualità – il numero dei pensionati (- 0,9% rispetto al 2014).A tracciare un quadro della situazione attuale, fornendo una interpretazione ai dati numerici, sono il segretario generale Wolfango Pirelli e il segretario amministrativo Sergio Fassina.In generale il numero degli iscritti Cgil (43.802) segna un saldo negativo di 417 persone, nonostante i 6.186 nuovi tesseramenti dell’ultimo anno. Escludendo disoccupati e pensionati, i quali rappresentano la fetta più numerosa con 25.174 iscritti, tra le categorie dei lavoratori (17.226 i tesserati che risultano attivi) si è registrato nel 2015 un calo di 787 tesserati, pari al 4,4 % in meno rispetto al 2014.Come si evince dalla tabella, ad avere “sofferto”maggiormente sono le categorie dell’industria metalmeccanica (la Fiom ha chiuso l’anno con il 7,1 % in meno di tesserati), dei trasporti (- 15,2 % gli iscritti Filt), edilizia (Fillea è a -10,8%) e i lavoratori dei settori chimica, tessile, energia e manifatture (Filctem ha chiuso con -6,2 %).Il saldo negativo si è verificato nonostante non siano mancati nuovi iscritti, pari per le categorie dei lavoratori a 3.579.“L’effetto della crisi è ancora pesante in alcuni settori, e l’esaurimento degli ammortizzatori sociali ha aggravato la situazione” ha spiegato Wolfango Pirelli, illustrando unitamente al segretario Fassina i dati dei tesseramenti. “L’andamento negli ultimi anni è stato altalenante, con un +0,8% di tesserati nel 2012 e +0,5% nel 2014, mentre un dato negativo (-0,6%) è stato registrato nel 2013. I numeri dell’osservatorio provinciale del lavoro parlano di una ripresa nell’incremento dell’indice di produzione (da gennaio a settembre 2015), ma a questa non corrisponde una ripresa dell’occupazione”.I disoccupati iscritti alla Cgil sono cresciuti del 74,2%, raggiungendo quota 1.402. Sul territorio la loro percentuale si avvicina all’8%.“Gli incentivi per le nuove assunzioni non hanno ottenuto gli effetti attesi. In Provincia di Lecco il saldo tra cessazioni e avviamenti di attività resta negativo, nonostante queste ultime non siano mancate”.Attività storiche del tessuto produttivo locale sono venute meno. “Questo corrisponde a grosse fette di iscritti che si trovano a non poter avere il “paracadute” degli ammortizzatori sociali” ha spiegato Pirelli. “E’ evidente, oltre che in edilizia e industria metalmeccanica, anche nel settore dei bancari (gli iscritti Fisac hanno registrato -6,1%) che è in riorganizzazione. Sono invece in forte crescita, poiché aumentano i contratti come quelli di somministrazione e partita Iva, gli iscritti Nidil delle nuove modalità di lavoro”.Il calo dei tesserati Spi è dovuto alle conseguenze della Riforma Fornero, che ha allungato i termini dell’età pensionabile.È in corso dunque una modifica sostanziale della composizione interna dei tesserati Cgil, dove il 15,32 % è costituito da immigrati (2.854 persone, occupate per lo più nei settori dell’industria, edilizia e servizi) e il 45,7% (20.059 persone) sono donne.“L’impegno per il futuro è quello di allargare il più possibile il fronte degli iscritti, ma anche incentivare l’incremento dell’occupazione” ha concluso Pirelli.
↧