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Olginate: 15 richiedenti asilo in paese, al via convenzioni per lavori ''utili'' e italiano

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Grazie alle convenzioni che saranno sottoscritte nel corso delle prossime settimane dall’amministrazione comunale, i 15 richiedenti asilo che da fine ottobre vivono in due appartamenti situati in Via Gambate a Olginate potranno svolgere attività socialmente utili in paese, e frequentare corsi di italiano con il CPIA (Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti) di Lecco.La realtà del gruppo di giovani provenienti da Costa d’Avorio, Mali e Camerun costituisce un esempio in positivo di integrazione sul territorio comunale, in cui i ragazzi hanno fatto ritorno dopo essere stati ospitati in via temporanea nella palestra di Maggianico e presso il Ferrhotel di Lecco, dove oggi vive un centinaio di richiedenti asilo.Lo stesso gruppo infatti era stato accolto nell’ex scuola di Capiate la scorsa estate, ed è proprio grazie a questa prima esperienza che si sono create in paese relazioni importanti, continuate anche dopo la loro partenza.“I richiedenti asilo presenti a Olginate sono amici tra loro, sono tutti francofoni e musulmani e hanno affrontato il loro difficile percorso, a partire dal viaggio per raggiungere l’Italia fino all’arrivo a Capiate, insieme” hanno spiegato Elisa Galluccio e Carola Molteni, rispettivamente educatrice e responsabile presso l’associazione comunità “Il Gabbiano” onlus di Calolziocorte che segue i ragazzi a Olginate. Con loro operano sul territorio l’educatore Cristian Scola e la psicologa Aurelie Potter. “Hanno un percorso alle spalle, alcuni di loro hanno imparato ad esprimersi in italiano, e adesso operiamo per la promozione di una maggiore autonomia personale e integrazione sul territorio. In paese sono già state poste basi molto importanti durante il loro primo soggiorno all’ex scuola, attraverso iniziative promosse da associazioni e residenti, e alcune persone gli sono rimasti vicini anche durante la loro permanenza a Lecco e li aiutano tuttora, ad esempio portandoli in giro in auto o aiutandoli a cucinare”. La quotidianità dei ragazzi si divide tra la spesa, la preparazione dei pasti e la pulizia dei due appartamenti. “Spesso stanno tutti insieme in una sola abitazione durante il giorno, per interagire maggiormente e fare le cose insieme” ha spiegato l’educatrice che li segue quotidianamente, insieme ad un collega. “Il percorso che stanno affrontando non è di assistenza, ma di autonomia personale. Noi ci occupiamo delle incombenze specifiche come le lezioni di italiano, l’assistenza sanitaria e le questioni legali. Grazie alle convenzioni che prenderanno il via con l’amministrazione, potranno sentirsi utili in paese e proseguire con l’apprendimento della lingua italiana. Le azioni svolte con l’appoggio dei volontari servono a rendere questi ragazzi più responsabili, ognuno ha un compito all’interno di uno spazio condiviso”.Il percorso personale dei 15 ragazzi è passato anche attraverso il ricordo della difficile esperienza che hanno vissuto, con l’allontanamento dalla propria famiglia e il viaggio attraverso un mare ignoto verso la speranza di una vita migliore. “Abbiamo raccolto le loro storie, e preparato la documentazione per l’iter giudiziario che gli consentirà di richiedere l’asilo politico in Italia. Non sono ancora stati convocati, e questa condizione di “limbo” in cui sono costretti non è facile da gestire. È difficile per loro comprendere che anche noi non abbiamo risposte precise sulle tempistiche per una risposta alla loro domanda, capire i compiti e le procedure degli uffici della Questura, o le modalità dell’accoglienza ad opera dello Stato italiano. Loro sono liberi di muoversi in paese, pur rispettando regole e vincoli imposti da noi. Vorrebbero poter lavorare, chi di loro ha la possibilità di farlo si è scontrato contro la difficile situazione economica attuale”.Oltre al coinvolgimento di alcuni privati che si sono particolarmente “affezionati” ai 15 richiedenti asilo, è stata avviata una interazione positiva con alcune realtà che operano sul territorio.“Una società sportiva ha permesso ad alcuni di loro di giocare a calcio, non sono tesserati ma possono allenarsi con la squadra. Altri hanno incontrato un gruppo di studenti di quinta superiore al liceo Manzoni di Lecco, coi quali hanno promosso uno scambio linguistico e personale interessante per entrambe le parti”.Lo scorso dicembre i sindaci del territorio lecchese hanno approvato a larga maggioranza un progetto di “accoglienza diffusa” dei richiedenti asilo, un obiettivo che a Olginate sembra essersi realizzato con ottimi risultati.

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