Una pagina - poco conosciuta - della storia di Calolzio è tornata alla luce: Luisa Angeli Amati ha raccontato nel suo primo libro "La soglia di casa" (Pietro Macchione Editore) la storia del nonno Angelo Amati, sindaco del paese dal 1921 al 1926, l'ultimo ad essere eletto democraticamente prima dell'avvento del regime fascista. Una trama di amore, di imprenditoria, di impegno politico e di guerra: è un vero e proprio tuffo nel passato quello che si compie leggendo l'opera. In primo piano rivivono infatti le gioie e le sofferenze, le fatiche e i successi di Angelo e della moglie Paolina, ma sullo sfondo sono proiettate le vicende di un'Italia che conosce la prima guerra mondiale, la pace e poi la dittatura, un'altra guerra, la resitenza e infine la liberazione.La Storia esce così dai manuali e la si incontra sui volti dei personaggi Calolziesi che animano il libro.La copertina del libro"Ho sempre pensato che i ricordi del passato, soprattutto della nostra famiglia , siano importanti. Essi hanno forgiato il nostro carattere e la nostra identità. Della mia famiglia paterna ho ben conosciuto la nonna Paolina vissuta sino a tarda età; poco ricordo direttamente del nonno Angelo Amati che morì quando ero bambina. Ma mio nonno era ricordato da tutti con grande affetto e con grandissima stima per la sua storia politica, per il coraggio che aveva coniugato a un carattere mite e per il rigoroso senso civile. Ricordo che la nonna, fedele alla cultura del marito, sino a tarda età leggeva ogni giorno 3 quotidiani di differente orientamento politico. E questo era per me stranissimo...poi lo capii" ha spiegato l'autrice, che vive in provincia di Varese. "Ed è proprio da mia nonna ho conosciuto la storia del marito Angelo, sindaco di Calolzio, antifascista e partigiano, raccontata con amore e molto pudore e poi da mio padre Isaia e da mia zia Annetta, personaggi che si ritrovano nel libro. L'idea di raccontare la storia di Angelo e Paolina Amati, nella sua totale verità, mi è parsa ad un certo punto interessante anche parlando con un amica, storica di professione. Proprio lei mi ha detto che comprenderemmo meglio la Storia se conoscessimo tante "piccole storie" di famiglie di diversa estrazione sociale e di diversi luoghi. L'archivio storico di Calolzio ha dato conferma ai ricordi della mia famiglia. Alcuni personaggi del libro sono frutto di fantasia, ma tutti portano nella storia il sentire del tempo, e tanti ricordi dell'epoca giunti a me".Alcuni scatti d'epoca Il libro dunque narra la vicenda di Angelo Amati e Paolina Fernaroli. Una storia che sembra il frutto della fantasia della nipote Luisa ma che invece è tutta vera. Lei, come si legge, ereditò imprevedibilmente una filanda a Olginate, mentre lui aveva simpatie socialiste e pacifiste e voleva impegnarsi in politica. Decisero - vista l'attività della filanda da gestire - di andare ad abitare in frazione Pascolo, "zona incantevole di verdi prati che scivolano nelle acque dell'Adda". Ed è proprio a Calolzio che Angelo iniziò la sua militanza politica. "Mio nonno decise di iscriversi al Partito Popolare di don Luigi Sturzo, di ispirazione cristiana e di socialismo umanitario" ha spiegato Luisa Amati, che in chiusura del suo libro ha voluto riportare il celebre "Appello agli uomini liberi e forti" redatto dal sacerdote il 18 gennaio 1919. "Dotato di grande capacità di dialogare con le persone, venne eletto Sindaco di Calolzio nel 1921. Durante il suo mandato vide crescere la forza politica fascista e la violenza: fu l'ultimo sindaco eletto democraticamente. Alla fine del suo mandato nel maggio del 1926 fu nominato d'ufficio nuovo podestà, imponendogli di indicare come Vicepodestà un personaggio di chiara fede fascista, cui si dichiarò contrario proponendo invece l'istituzione di una consulta comunale. Rifiutò quindi l'incarico, consegnò la fascia da Sindaco e terminò il suo impegno politico".La storia di Paolina e di Angelo ancora una volta diventa specchio della storia d'Italia: la famiglia dovette fare poi i conti con la guerra e l'ex primo cittadino - che subì anche pestaggi dalle camice nere - divenne militante antifascista e partigiano in Valle Anzasca, così come il figlio maggiore Isaia che fugì sulle montagne lecchesi. E nel libro non poteva mancare un omaggio alla storia di Don Achille Bolis, l'anziano sacerdote ammazzato di botte in una cella a San Vittore. Al termine del conflitto Paolina e Angelo decisero di lasciare "la soglia di casa" di Calolzio: con questa scena si chiuse un capitolo della loro vita e si chiude anche il libro. Così come si è chiusa con la fine del conflitto e del fasciamo una pagina dell'Italia: perché l'epopea della famiglia Amati riflette la storia d'Italia. L' opera è anche un grande dipinto della vita della Val San Martino tra le due guerre: si incontrano una miriade di personaggi "comuni" - ma comunque speciali - che raccontano la vita quotidiana di un paese davvero d'altri tempi. "Oggi Calolzio è un paese diverso. Tuttavia conserva quel carattere di gente aperta, attiva,lavoratrice con il desiderio di fare e di fare bene e conserva anche l'amore per la natura.Del resto era già paese in parte industrializzato nella prima metà del 900. Recuperare bellezza è possibile, benché purtroppo il periodo della ricostruzione del lungo dopoguerra abbia trasformato per sempre il paesaggio urbano. Ma Calolzio gode ancora di scorci di cielo, di monti e di acque che consolano ogni giorno"."Come in ogni narrazione romanzesca, i protagonisti si muovono in un ambiente costellato di altri personaggi minori, in questo caso frutto dell'invenzione dell'autrice. Fra questi ha un posto di rilievo il medico Giovanni Sarti, un vedovo alla ricerca di una nuova possibile compagna. Sarà la raffinata Eleonora o la sfuggente Virginia? Lasciamo al lettore il piacere di scoprirlo" ha scritto in una sua recensione la storica Daniela Franchetti. "A tratti il lettore potrebbe domandarsi se ha di fronte un libro di storia o una fiction. La contestualizzazione della storia famigliare all'interno della storia italiana è così precisa che troviamo i risultati delle elezioni, le citazioni di leggi o di vicende politiche da manuale di storia. Volendo proprio rispondere alla domanda possiamo dire che in questo libro i due generi, la storiografia e la finzione, sono perfettamente integrati tra di loro". La prossima primavera Luisa Angela Amati dovvrebbe arrivare a presentare l'opera proprio a Calolziocorte. E lo stesso assessore alla cultura Luca Valsecchi ha proposto di valorizzare il libro favorendone la lettura anche nelle scuole delle città: "Ne sarei felice. Ho scritto questo libro dopo una profonda e onesta ricerca storica. Il titolo "La soglia di casa" ha due significati, uno è intimo, sentimentale, indica gli affetti privati della famiglia. L'altro significato della parola soglia è il limite dentro e fuori del quale avvengono gli eventi: la storia privata e in parallelo la grande Storia che si legano tra loro" ha concluso l'autrice. "Credo che leggendo il libro emerga, accanto al male, la grande forza morale di tante persone, uomini e donne che resistono alla dittatura e alla guerra, conservando una umanità maggiore di quella odierna".
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