Torna il teatro amatoriale al Cenacolo Francescano di viale Turati in Lecco. Si alza il sipario sulla rassegna “Una città sul palcoscenico”, che inizia il 16 gennaio con spettacoli il sabato sera e la domenica pomeriggio.Il programma di quest’anno prevede otto appuntamenti. Sono spettacoli che portano sul palco di piazza Cappuccini la produzione amatoriale del capoluogo, ma anche del vicino territorio. Lo spettacolo di esordio spetta alla Compagnia teatrale di San Giovanni con “Almeno una volta”.Dagli archivi delle filodrammatiche:la Compagnia San Genesio di Maggianico in LeccoLa Compagnia di San Giovanni 1812, con il regista Aurelio BalleriniE’ un arcipelago tante volte sommerso quello delle filodrammatiche amatoriali, che affondano le origini nei vecchi teatrini dell’oratorio o dei circoli rionali. Erano teatri privi di mondanità, lontani dai saloni con i tappeti rossi, le lampade giganti, gli specchi, i palchetti vellutati, i gioielli e le pellicce delle signore. Erano teatrini popolari, solitamente affollati alla sera dei giorni festivi, dove il debutto avveniva al termine di lunghe prove, fatte dopo una giornata di lavoro, in locali non sempre idonei.La rassegna torna al Cenacolo Francescano per la 21^ edizione, grazie anche all’impegno organizzativo di Riccardo Arigoni, lecchese, presidente della FITA di Lombardia, ed al sostegno del Comune di Lecco, con l’assessore alla cultura Simona Piazza. E’ una “passerella” di riconoscimento per tanto impegno e per tanta fatica, con filodrammatiche di antica, ma anche di recente origine, a dimostrazione di una passione, di un’arte, che il cinema, la televisione, Internet ed altro ancora hanno sicuramente assediato, ma non assolutamente cancellato.La Compagnia del Cenacolo Francescano dei Cappuccini di viale TuratiLa Compagnia “A Teatro con Noi” di Valmadrera Nella rassegna 2016 c’è una grande assenza: quella della Compagnia San Giovanni 1812, che è impegnata nelle prove di una “Passione” in sei scene mobili, che dovrebbe essere rappresentata a Villa Manzoni, presso gli Istituti Airoldi e Muzzi, in quartiere Germanedo, ed in alcuni teatri del territorio lecchese. La regia è di un veterano come il regista Aurelio Ballerini, sulla breccia dal lontano 1960.Manca anche una compagnia di Lecco centro, dove il teatro amatoriale ha avuto radici ed origini lontane, prima ancora del rinnovato Teatro del Sagrato nel 1958, quando nacque una compagnia di giovani guidata da Renato Tedoldi. La Compagnia del Sagrato aveva ereditato l’impegno e la passione della filodrammatica Tullio Bianchi, ed ancora prima della compagnia oratoriana del vecchio teatrino di inizio Novecento.C’erano ancora i teatrini con le panche di legno, con i rumorosi gradini della balconata, arena di un divertimento semplice, senza ombra di dubbio, della gente, delle casalinghe che venivano ad accompagnare i figli, delle donne che punteggiavano con i loro veli neri le navate della parrocchiale nelle Messe festive, delle ragazze che, nell’incertezza dell’adolescenza, cercavano il sorriso di qualche coetaneo, l’entusiasmarsi per un saluto più cordiale del solito, per uno sguardo più attento del consueto.La Compagnia Elena e gli Altri, di MalgrateUna rappresentazione teatrale anni ‘50 all’oratorio San Luigi di Lecco centroSono trascorsi proprio 50 anni da quel 1966, quando il teatro amatoriale ebbe un significativo riconoscimento con la chiamata del lecchese Pio Spreafico ad interpretare, nel ruolo principale, la commedia dialettale “I stemegnia” al teatro Gerolamo di Milano, tempio della Compagnia Stabile del teatro dialettale milanese. La commedia era dovuta ad un altro lecchese, già da tempo operante a Milano, Carlo Maria Pensa, scomparso più che novantenne nel dicembre 2014. Pio Spreafico era fratello di un’altra colonna del teatro lecchese, che si esibiva al Sagrato, Giovanni Spreafico, artigiano allora residente in via Cairoli.Nel febbraio 1960, nel giorno del sabato grasso, nel programma teatrale detto “Palio della risata” andò in scena la commedia in due tempi “Cretinelli, furbo senza saperlo”. Gli interpreti erano Pio e Giovanni Spreafico e poi Luigi e Giulio Spreafico, rispettivamente nipote e figlio di Pio e Giovanni. Quattro parenti per una commedia in due tempi. Un record che resiste da allora. Quando sarà battuto? Magari nella imminente rassegna del teatro amatoriale al Cenacolo Francescano di viale Turati?
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