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Sanità: Forza Italia irritata, troppi bocciati tra i manager di area. Entro il 23 le nomine

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La prima impressione che si ha scorrendo la lista dei 100 usciti dalla selezione del super quiz voluto da Maroni per affidare la carica di  top manager della sanità lombarda è questa: ciellini tutti promossi, leghisti varesini, area quindi Maroni compreso il “Gege”, Giuseppe Rossi uno dei musicisti di Distretto 51, la band del presidente della Giunta regionale, tutti promossi; candidati area Salvini come Ermenegildo Maltagliati messi all’angolo; candidati di area Forzista, come Piero Caltagirone, Armando Gozzini, Giorgio Scivoletto, Giovanni Michiara, bocciati. Roberto Maroni e Matteo SalviniLa selezione operata dai tre saggi, Luca Vago, Francesco Longo e Cristina Masella, è risultata indigesta proprio a Forza Italia che domani, lunedì, convocherà i propri rappresentanti per fare il punto della situazione. In vista della riunione dei capigruppo di maggioranza che si preannuncia burrascosa, proprio per la batosta subìta dai top manager forzisti, sulla cui professionalità, peraltro, non c’è discussione, come hanno certificato le pagelle degli ultimi anni. Sotto voce si dice che ci sono già avvocati con il mandato in mano per inoltrare ricorso sulla base di diversi elementi tra i quali non si escludono precedenti rapporti di collaborazione tra uno o più membri del Comitato di saggi e alcune aziende ospedaliere e Asl. Del resto la selezione, così come è stata impostata non è certo garanzia di assoluta imparzialità. Abbiamo visto in articoli precedenti come le risposte ad alcune domande fossero variamente interpretabili anziché offrire al candidato la scelta secca tra un sì e un no. Ancor più il giudizio sui 5 progetti, uno dei quali da approfondire, che ciascun candidato doveva redigere in 50 minuti. E’ evidente che la valutazione di ciascun elaborato è quanto di più arbitrario si possa immaginare. Ci si domanda del resto, giusto per fare un esempio su un manager noto ai lecchesi, come sia possibile l’esclusione di Piero Caltagirone dopo che a lui fu affidata la direzione per cinque anni di Niguarda, uno dei maggiori presidi ospedalieri italiani e, successivamente, dopo il quinquennio lecchese, il San Matteo di Pavia, chiamato d’urgenza per rilanciare la struttura in difficoltà. La sensazione, dunque, è che la vicenda sia tutt’altro che conclusa, al di là dei consueti proclami trionfali diffusi giornalmente dall’istituto Luce regionale “Lombardia Notizie”. In ogni caso in settimana si conosceranno i candidati con i requisiti per assumere le funzioni di direttore sanitario e direttore amministrativo aziendali che saranno nominati dai nuovi direttori generali tra il 23 e il 31 dicembre prossimo. Quelli in carica resteranno in servizio fino al 31 gennaio. Poi decadranno.

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