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Manzoni: 11.000 accessi al Ps pediatrico in un anno, attivata l'osservazione breve. Il malanno di stagione? Le bronchioliti

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L'ingresso al repartoNell’ipotetica agenda della struttura complessa di Pediatria dell’Ospedale Alessandro Manzoni di Lecco, appena riposta sullo scaffale, al termine di un anno certamente in salita, denso di novità e soddisfazioni, il 26 dicembre è una di quelle date cerchiate – con più giri di penna – in rosso: una giornata di vera passione, con una cinquantina di accessi al pronto soccorso riservato ai più piccini. Un numero che rappresenta solo la punta dell’iceberg, come sempre nel periodo delle festività, quando le richieste di assistenza – complice anche l’assenza dei pediatri di famiglia e la commistione tra le abbuffate natalizie e il freddo di stagione – schizzano rispetto alla media, comunque sostenuta, mantenuta per tutto il corso dell’anno. Anche il 2015, infatti, si è chiuso complessivamente con qualcosa come 11.000 accettazioni al ps pediatrico: cifra da capogiro se si considera che, per turno, vi è un solo medico dedicato, supportato dal personale infermieristico del reparto. Non stupisce dunque che, proprio il pronto soccorso, sia in cima all’agenda – questa volta quella reale – del nuovo primario del reparto, il dottor Roberto Bellù, subentrato soltanto da una quindicina di giorni al suo predecessore, il dottor Luciano Beccaria, giunto al traguardo della pensione.“Puntiamo al mantenimento dello standard qualitativo” ha spiegato il direttore, puntualizzando come “la maggior parte delle volte si tratta di codici bianche e verdi ma tra di loro c’è il rischio che si “nascondano” anche delle criticità”. A far dannare in questo periodo i bimbi in prima persona ma anche i loro genitori e i professionisti in capo alla struttura sono principalmente le bronchioliti, “fenomeno stagionale tipico dell’autunno e dell’inverno”, generato da virus che, in alcuni casi, possono causare “patologie anche piuttosto serie”. “Tanti – in questo senso – gli accessi al pronto soccorso: quattro, cinque, sei al giorno con ricoveri poi anche in terapia intensiva neonatale” argomenta il dottor Bellù. “La stragrande maggioranza dei visitati torna però a casa con l’indicazione di non uscire, controllare l’alimentazione e terapie di supporto come l’aerosol. Resta invece chi ha bisogno di ossigenoterapia o di supporto endovenoso per il nutrimento o l’idratazione. Un conto – semplifica infatti – è il manifestare un po’ di “tossetta”, un altro se si fa fatica a respirare o ad alimentarsi. Farmaci veri e propri efficaci, trattandosi di patologia ingenerata da virus, non ve ne sono: il nostro compito è tenere in equilibrio la situazione fino a che il virus stesso non passa da solo”. Di estrema utilità, per una corretta valutazione della malattia, anche in questi giorni, si sono rivelati i nuovi letti di osservazione breve attivati al pronto soccorso pediatrico nel corso del 2015, in numero variabile – da 2 a 4 – in base alle necessità. “La possibilità di trattenere i pazienti in osservazione fino a 24 ore ci permette di seguire bene la patologia, prima di decidere eventualmente per il ricovero: ciò per evitare degenze non necessarie fornendo risposte più efficaci” ha sostenuto il primario, riconoscendo alla dottoressa Anna Cogliardi, “storico” elemento della Pediatria lecchese che ha retto le redini del reparto nel periodo di transizione tra l’uscita di scena del dottor Beccaria e “l’insediamento” del dottor Bellù, il merito di aver sbloccato “un progetto fermo da tanto tempo”. “L’osservazione breve ci permette di contenere le degenze, mantenendole ad un tasso fisiologico” ha puntualizzato proprio quest’ultima con il neo-primario che ha ricordato poi come a Lecco la tendenza al ricovero sia più bassa rispetto alla media nazionale, a sua volta più alta rispetto invece allo standard europeo. “I nostri 14 – 16 posti letti di cui disponiamo sono pienamente attivi, con un tasso di saturazione ottimale dell’85%. In un anno abbiamo registrato poco meno di un migliaio di ricoveri, con degenze solitamente brevi: in media di 4 giorni”. Un trend migliorabile ma certamente già "di lusso".

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