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Scuole: Lecco è 1^ in Lombardia per il Piedibus ma resta ancora alto il 'rischio ambientale'

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Lecco si posiziona al 24° posto tra i capoluoghi di provincia d'Italia nell'annuale graduatoria "Ecosistema scuola" stilata da Legambiente in riferimento alla qualità dell'edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi messi a disposizione per l'istruzione. L'indagine nasce in particolare con l'obiettivo di restituire una fotografia di quanto gli enti locali, che hanno competenze sulle scuole dell'infanzia, primarie e secondarie investono su politiche che intrecciano la sostenibilità e la sicurezza degli edifici con la diffusione di buone pratiche. I dati sono relativi all'anno 2014 e sono stati raccolti tramite questionario: riguardano 96  capoluoghi (ma 14 sono esclusi dalla classifica) per un totale di 6.332 edifici, dove studiano un numero complessivo di oltre 1,1 milioni di alunni.Legambiente ha dunque analizzato i dati relativi alle informazioni generali sugli edifici, le certificazioni, la manutenzione, i servizi messi a disposizioni delle istituzioni scolastiche, l'avvio di pratiche ecocompatibili, l'esposizione a fonti di inquinamento ambientale interne ed esterne agli edifici scolastici e i monitoraggi ambientali. Lecco - considerati tutti questi parametri - si piazza ancora al 24° posto in Italia (la stessa posizione degli ultimi anni) ottenendo un punteggio di 57,5 su 100. Per dare un parametro il primo posto è stato conquistato da Trento - per il quinto anno consecutivo - con il 70,6%.Sicurezza, investimenti ma anche servizi e buone pratiche a favore degli istituti scolastici, delle famiglie e degli studenti: questi gli "assi" che hanno permesso al capoluogo trentino di primeggiare. Ben 14 edifici scolastici su 57 sono serviti da Piedibus, con il coinvolgimento di circa 2.400 ragazzi; in tutti viene effettuata la raccolta differenziata dei diversi materiali; tutte le mense scolastiche sono dotate di cucina interna, utilizzano posate riutilizzabili e servono acqua di rubinetto; 17 gli edifici in cui sono installati impianti di energia rinnovabile con solare termico o fotovoltaico.  Sono stati svolti i monitoraggi per l'amianto e per il radon, senza che sia stato rilevato alcun caso. Seguono nella vetta della classifica, Reggio Emilia (69,5%) e Forlì (69,2%).  Fuori dal podio ma nella top ten Verbania (4º), Piacenza (5º), Biella (6º), Bolzano (7º), Pordenone (8º), Brescia (9º) e Gorizia (10º).Al contrario i fanalini di coda sono Messina (17,2%) , Taranto (16,4%) e Sassari, la città "peggiore" d'Italia con un punteggio di soli 16,3%. In Lombardia meglio di noi è andato solo Sondrio che ha conquistato il 13° posto; i "cugini" di Como sono fermi alla posizione 58, anche se la città lariana è tra le prime città che investono maggiormente per la manutenzione straordinaria degli edifici. Lecco sale invece di qualche posizione (20°) nella classifica delle "buone pratiche", che premia quei comuni che hanno investito di più in servizi, comportamenti ecocompatibili ed efficienza energetica: disponibilità del servizio di scuolabus, attivazione dello stesso, biblioteche per ragazzi, finanziamenti per attività educative e progetti rivolti agli under 14, sicurezza urbana nelle aree esterne agli edifici scolastici, mense scolastiche e pasti biologici, raccolta differenziata dei rifiuti, utilizzo di fonti d'illuminazione a basso consumo, fonti di energia rinnovabile.Il nostro capoluogo è in particolare la città della Lombardia con il maggior numero, in percentuale, di edifici serviti da Piedibus.  Ma il rapporto di Legambiente non ha portato solo buone notizie: le scuole ai piedi del Resegone sono in tutta Italia tra quelle esposte a un maggiore rischio ambientale interno ed esterno, oltre che a rischio elettromagnetismo. Nella classifica Lecco si piazza - come già lo scorso anno - al 5° posto per gravità del rischio.  In particolare paghiamo lo scotto di avere edifici industriali vicino alle scuole. "Tuttavia - hanno precisato anche i responsabili di Legambiente - occorre segnalare che molti dei dati richiesti (in particolare sulla presenza di fonti d'inquinamento esterno) sono di difficile reperibilità da parte dei Comuni per la mancanza di un vero monitoraggio. I Comuni che si trovano più in basso nella graduatoria non è detto quindi che siano senza scuole a rischio, potrebbero non aver compiuto dei monitoraggi ambientali accurati, al contrario di quelli nelle prime posizioni". 

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