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Calolzio: presepe della Pace alla scuola di Foppenico, con il 40% di bimbi musulmani

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Un arcobaleno di angeli colorati ha portato la Pace e il Natale nella scuola primaria di Foppenico a Calolziocorte: tutti i bimbi hanno infatti realizzato un proprio coloratissimo angioletto di cartone che è andato poi a comporre il presepe che ha trovato posto al centro dell'atrio della palazzina delle quinte.Tutti si sono messi all'opera e hanno realizzato con forbici e cartoncino il loro personale angioletto. Anche il 40% di alunni che sono di fede musulmana.Nessun genitore si è lamentato, nessun no è arrivato dalle famiglie di origine straniera alle quali le insegnanti hanno comunicato l'intenzione di realizzare la scena della natività. "Non c'è stato assolutamente alcun tipo di rimostranza: i bimbi sono perfettamente integrati e anche le famiglie hanno capito senza alcuna difficoltà. Sia quest'anno che abbiamo deciso di realizzare degli angeli, nei quali crede anche l'Islam, sia l'anno passato quando invece abbiamo costruito le varie figure del presepe" hanno spiegato le insegnanti che hanno seguito da vicino l'organizzazione. Sono state loro a scegliere di installare qualcosa di diverso dalla classica rappresentazione della natività: "L'idea è nata dopo i fatti di Parigi: di fronte alle richieste e alle domande degli alunni - alcuni ad esempio hanno parenti che vivono nella capitale francese - abbiamo deciso di dare avvio a un percorso incentrato sul tema della Pace, con laboratori misti nei quali i bambini non sono rimasti divisi per classi ma si sono mischiati a quelli delle altre sezioni, per favorire la conoscenza e l'interazione".Lavoretti e riflessioni sono stati così incentrati sul tema della Pace: "è un piccolo germoglio che dobbiamo assolutamente coltivare, ogni giorno. Anche nelle piccole controversie quotidiane cerchiamo sempre di far riflettere i nostri alunni su quanto abbiamo detto sull'importanza di cercare di andare d'accordo, di non farsi la guerra".E cosi l'arcobaleno si è posato tra le classi, con tanti angioletti che guardano la stella cometa. Bellissimi in particolare quelli costruiti dai bimbi di prima e seconda che hanno usato il calco delle mani per realizzare le ali. 230 angeli coloratissimi per dire che il Natale è ancora più bello se vissuto insieme agli altri. E per scacciare con la forza della semplicità tutte le polemiche.Ma nemmeno questo è bastato. Martedì si è infatti svolto il tradizionale spettacolo natalizio e qualche genitore ha storto il naso perché le canzoni scelte - in linea con il tema che ha fatto da filo conduttore al lavoro svolto dalle insegnanti con i bambini - erano poco natalizie, incentrate più sull'amicizia che sulla natività. Una discussione che è immediatamente rimbalzata su Facebook dove sono moltissimi i calolziesi che hanno voluto dire la propria in tema di integrazione e Natale nelle scuole. Ed è subito bagarre tra chi accusa le maestre di censuare le festività cristiane, chi invece le difende per il bel lavoro fatto sulla Pace, chi si scaglia contro gli stranieri e chi invece rivendica il diritto a una scuola pubblica laica.E anche la politica non se n'è tenuta fuori: "Non bisogna tacere di fronte a ciò ma avere il coraggio di affermare che siamo Cristiani, il Natale è la nostra festa religiosa e dobbiamo insegnare questi valori ai nostri figli e alle generazioni future" è intervenuto l'ex assessore Marco Bonaiti. "Peccato sopprimere le proprie radici religiose e culturali. Il rispetto per le altre tradizioni non significa annullare le proprie, semmai creare momenti di reciproco rispetto" ha continuato Patrizia Milani, anch'ella ex assessore durante l'amministrazione Arrigoni. Un fiume di parole, con decine e decine di commenti: "Io voglio un Natale cristiano e non un surrogato"; "Stiamo bruciando le nostre tradizioni"; "facciamo letteralmente schifo come Cristiani e come Italiani" sono stati alcuni degli interventi più forti.E a difendere la scuola è stata proprio una insegnante che ha voluto sottolineare come non ci sia stata alcuna volontà di censura o altro: "Quest'anno le canzoni erano dedicate al tema della pace. Ma a Foppenico spesso si è cantato "Piva piva" perfino in dialetto e la cantavano per il paese anche i bimbi africani: era una cosa simpaticissima, ai miei occhi, che parlava di integrazione e di pace, come tante altre attività fatte dalle varie scuole" ha spiegato. "A proposito di presepi, invece, ci tengo a precisare che è una vera tradizione nella scuola di Foppenico. Le insegnanti ci hanno sempre tenuto in modo particolare, collaborando con la collega di religione. Abbiamo allestito presepi di tutti i tipi, tutti i bambini hanno sempre potuto esprimere lo spirito natalizio vissuto nella propria comunità e i bambini di altre religioni hanno sempre partecipato incantati dalla magia di pace che esprime". Per il buon tacere dei "polemiconi".

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