Un pubblico numeroso, riunitosi presso la Sala Civica di via Galli a Calolziocorte, ha partecipato al secondo appuntamento della rassegna "Storie calolziesi", ciclo di tre incontri con l'autore organizzato dall'amministrazione comunale, in collaborazione con l' assessorato alla cultura. Al tavolo dei relatori, affiancato da Maria Carla Bolis nei panni di moderatrice e alla presenza di Patrizia Valpiani, presidente dell'Associazione Medici Scrittori Italiani, ha un noto volto del calolziese, il dott. Gianfranco Brini, che ha presentato alcuni dei suoi racconti brevi racchiusi in volumi già editi, tra i quali figurano "15 racconti brevi", "La briscola chiamata" e "Ha vinto Gimondi e altri racconti". Monica Costa , Maria Carla Bolis, Gianfranco Brini e Patrizia ValpianiMedico per vocazione, scrittore per passione e fiero - anzi fierissimo - calolziese, Gianfranco Brini nei suoi racconti ha mescolato due aspetti della sua personalità regalando ai lettori un lato sconosciuto e godibile, divertente e pungente, prodotto di un animo legato alla propria Terra così come ai rapporti con le persone, rapporti che nel suo modo di vedere le cose rifiutano la fredda superficialità e il distacco a favore di una conoscenza più profonda dell'altro, in grado di rivelare sfaccettature sempre nuove e perché no, alle volte, anche un po' scomode. "Sono un medico, ma nel profondo dell'animo mi sento ancora un contadino" ha detto l'autore con un'intima confessione, aprendo le porte ad una riflessione in merito alle passioni di una vita. L'insolito (ma non troppo) binomio medico-scrittore, è stato approfondito nell'arco della serata dalla stessa Patrizia Valpiani, che oltre ad essere presidente dell'Associazione Medici Scrittori Italiani è amica dello stesso Brini, che incontrò nel 1894 al concorso "Medico che scrive" che si tenne aBergamo, e che con lui ha scritto più volte "a quattro mani". "Medicina e scrittura sono legati da un fil rouge. Si tratta del desiderio di conoscenza, di condivisione, di altruismo, la voglia di donare qualcosa agli altri: la medicina la ritroviamo ovunque, anche nei nostri scritti" ha argomentato Patrizia Valpiani.Con estro e personalità, alcuni racconti dello scrittore sono stati quindi letti e interpretati in sala da Monica Costa: camuffamenti di luoghi e persone, trame semplici e dirette, pochi personaggi ma minuziosamente definiti hanno riempito i fogli dei libri dell'autore con esercizi di bravura in cui egli ha saputo rendere credibile una storia che nasce, si sviluppa e si conclude in uno spazio limitato. "L'autore ha raggiunto questo risultato egregiamente grazie ad uno stile mai insipido, venato di arguzia e ironia, capace di strappare al lettore sempre un sorriso divertito", ha fatto notare Maria Carla Bolis. I racconti, ora veri ora verosimili, hanno regalato alla realtà di luoghi e personaggi un guizzo di freschezza grazie alla fantasia del loro autore. "Lo scrittore se non ci mette un po' di fantasia fa il reporter. La passione dello scrivere è come l'Iva: è un valore aggiunto che ti rende la vita più facile e più divertente" ha affermato Brini. A reggere l'intera struttura, all'apparenza semplice, un'accurata ricerca di equilibrio in ogni suo aspetto, a partire dal lessico impiegato, che vede convivere la parola comune, le espressioni gergali e i neologismi insieme alla parola "dotta". "L'autore impiega un miscuglio linguistico che rende chiaro e comprensibile ciò che altrimenti non sarebbe tale. Abbiamo a che fare con racconti facili da leggere ma non semplici da scrivere: lo stile ne è testimonianza" ha spiegato nuovamente l'attenta analisi di Maria Carla Bolis.Maria Carla Bolis, Gianfranco Brini e Patrizia ValpianiPartito da ortopedico in ospedale e divenuto medico legale pochi anni fa, Brini ha sposato alla professione la passione per un'arte che lo ha reso pagina dopo pagina più consapevole di se stesso e di ciò che lo circonda: "si può scrivere per la memoria, per quello che c'è stato di formativo nel contatto con le persone" ha detto in sala. Un riferimento importante, questo, alle persone che più lo hanno accompagnato per tutta una vita, i suoi genitori, "il meglio che avrei potuto desiderare", ha tenuto a precisare. Una madre severissima la sua, formata sui "grandi principi", e un padre più affabile, il vero motore della famiglia. "La sua valenza, la sua forza, l'ho capita solo più tardi. Reggeva la famiglia, ma lo faceva nel suo silenzio". E proprio a lui Brini ha dedicato un ritratto letterario, con il quale ha deliziato i presenti. Monica CostaUna serata interessante, divertente, all'insegna del racconto e della scoperta che vi sta dietro. In chiusura di incontro, le copie dei volumi dell'autore presenti in sala sono state regalate al pubblico. "Scrivo per pubblicare, perché devo e voglio andare verso il mio pubblico, ma i miei volumi non li vendo, li regalo", così l'autore ha motivato la sua scelta. Ritorna, ancora una volta, quella parola, "altruismo", cifra portante della sua carriera di medico-scrittore.
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