In tantissimi hanno partecipato nella serata di sabato 16 aprile il Palazzo delle Paure all'inaugurazione della nuova mostra "A Grandi Bracciate nell'oscurità. Identità e luoghi nell'opera di Gaetano Orazio" in esposizione dal 17 aprile al 4 settembre.Un ricco viaggio alla scoperta del significato dell'identità, attraverso le opere di un artista che è in continua ricerca del suo essere e si identifica con "altro da sé" per costruire ogni volta mondi diversi. La mostra, curata da Barbara Cattaneo e promossa dal Comune di Lecco, Assocultura Confcommercio Lecco, in collaborazione con Cattaneo Editore, Zampediverse e Associazione La Colombina, si inserisce all'interno della VII edizione del Festival Culturale "Leggermente", il cui tema di quest'anno è dedicato proprio all'identità. "La mostra nasce all'interno del festival Leggermente con l'obiettivo di voler allargare il dibattito sull'identità in città attraverso un linguaggio che non sia solo quello letterario. Il tema dell'identità è infatti un tema molto vasto che presenta molte sfaccettature. Quella però che noi affrontiamo a partire da questa mostra, è quella legata al territorio e alla domanda "chi sono io? chi sono io in rapporto al mondo?". Il paesaggio e il territorio che abitiamo diventano fattori imprescindibili per la costruzione dell'io, quell'io collettivo in cui però ciascuno di noi trova una traccia di sè. Le opere di Gaetano ci dicono proprio questo, cioè che l'uomo trova la sua identità in una realtà sociale in continuo dialogo e trasformazione, e quell'io collettivo, che è frutto dell'interazione tra natura e uomo, permette di riappropriarsi di sè" ha spiegato l'assessore alla Cultura di Lecco Simona Piazza, prima di cedere la parola al sindaco Virginio Brivio.Da sinistra Gaetano Orazio, Giuseppe Ciresa, Virginio Brivio, Simona Piazza, Barbara Cattaneo "Sono tanti motivi di orgoglio per cui essere qui oggi a questa mostra, ma ce ne sono tre in particolare. Innanzitutto il tema: confrontarsi in un esercizio come quello della cultura su una tematica così importante ed esigente come quella dell'identità è sicuramente una sfida ambiziosa.In secondo luogo, bisogna essere orgogliosi perchè la collaborazione tra Comune di Lecco e Confcommercio è riuscita a dare vita a un prodotto di grande valore che dà un sapore di tipo culturale all'interno della città. Il terzo elemento, infine, è che il tema è trattato da una figura molto intensa che si è misurata e si misura costantemente con l'identità. Sono sicuro la sua arte lascerà traccia nei suoi visitatori, i quali saranno sicuramente tanti e soddisfatti di questo evento" ha concluso il primo cittadino. A prendere la parola è stato quindi il presidente di Confcommercio Giuseppe Ciresa, che come Brivio ha sottolineato la positiva collaborazione tra i due enti del territorio: "Non possiamo che essere soddisfatti per questa sinergia tra Comune e Confcommercio: finalmente qualcosa si muove anche a Lecco per quanto riguarda il tema della cultura. Si tratta di un tema su cui stiamo lavorando fortemente e che riteniamo molto importante perchè trascina anche il disorso del turismo".[GALLERYCENTRALE] Come già anticipato la curatrice della mostra è stata Barbara Cattaneo, ed è stato quindi compito suo illustrare ai tanti cittadini presenti la mostra più nei dettagli. "Il primo sentimento che ho avuto quando sono entrata per la prima nello studio di Gaetano è stato un sentimento di disorientamento. Guardando a lungo le opere ho poi osservato che ognuna di esse aveva un minimo comune denominatore. Quello che inizialmente pareva essere un senso di disorientamento infatti è risultato essere una ricerca dell'artista sull'identità" ha spiegato Barbara Cattaneo, soffermandosi poi sull'origine del titolo della mostra: "l'identità che descrive Gaetano però non è un'identità definita e data per certa, ma è un'identità oscura. Il titolo stesso della mostra è esemplificativo. Le sue opere raccontano della bellezza di poter entrare dentro noi stessi, con forza passione e gioia". Da qui dunque il titolo "A grandi bracciate nell'oscurità". Un titolo uscito spontaneamente attraverso l'intuizione di Gaetano, che si manifesta in un artista inusuale, in quanto utilizza sempre materiali diversi dai soliti colori a olio e tela. Catrame, alluminio, legno riciclato, fustelle, pezzi di porta, sono solo alcuni degli oggetti che si possono riconoscere nelle sue opere. "Questo suo uso di materiali insoliti fa parte del volere entrare nella natura degli oggetti e poterli trasformarli in elementi identitari, espressivi ed artistici" ha proseguito la curatrice. La mostra ha preso così luce dalla natura delle stesse opere, che per una migliore fruibilità sono state suddivise in quattro principali sezioni: - Il "Ciclo dell'acqua", dove Orazio cerca di trovare se stesso nelle acque del lago, dei torrenti e della laguna veneta; - "Mentre" di cui fanno parte "Briccole" e "Suolitudine", paesaggi che si svuotano e perdono identità in uno spazio astratto; - "Boschi bugiardi", un fittizio bosco di betulle dai tronchi concavi, composti da fustelle industriali, dove aleggia la metafora dell'illusione di poter raggiungere una verità, di fatto irraggiungibile; - "Minima antropica", neologismo con cui Orazio indica lo stato minimale dell'umanità. Piccole figure umane senza braccia, senza sesso, senza colore, essenzialmente scure, brulicano sui supporti senza espressione, tutte uguali. Una suddivisione che non segue dunque un percorso cronologico, ma si fa strada su 4 differenti filoni che scavano nel tema dell'identità. A completare la presentazione della mostra è stato l'autore stesso delle opere, il vero protagonista dell'evento. "Questa per me è forse la realizzazione dell'obiettivo che avevo da ragazzo, cioè riuscire a identificarmi in un luogo e celebrarlo. Poterlo farlo con questa mostra per me è una grande gioia.Questa bell'occasione non è però una celebrazione della mia pittura. Nell'ambiente degli artisti c'è il grosso difetto di trasformare l'arte in un esercizio di mestiere, ma io non faccio l'artista, sono un fanciullo, e ci tengo a rimanere fanciullo, che sperimenta o meglio gioca con le cose" ha raccontato infine Gaetano Orazio. Proprio perchè questa occasione non vuole essere una mostra in sè, gli ideatori hanno lavorato a più eventi collaterali che affiancheranno l'esposizione a partire già dalla prossima settimana. Tra tutti spiccano l'appuntamento del 7 maggio con l'ospite Philippe Daverio, che dialogherà con Gaetano sul tema arte e identità, quello del 12 maggio con la presentazione del libro di Edoardo Boncinelli e infine l'incontro con il prof. di psicologia sociale dell'Università degli studi di Bergamo Alberto Zatti, sempre sul tema dell'identità. La mostra sarà visitabile da domenica 17 aprile a domenica 4 settembre secondo i seguenti orari: da martedì a venerdì: 9.30 - 18apertura serale: giovedì 21-23sabato e domenica: 10 - 18 chiuso: tutti i lunedì e 1° Maggioaperture straordinarie:lunedì 25 aprile e lunedì 15 agosto dalle 10 alle 18
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