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Lecco: candidati da tutto lo Stivale per un posto da infermiere all'ASST, 'il pubblico' si conferma la meta lavorativa più ambita

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Un precariato lavorativo sotto diverse forme spinge i giovani ad aspirare a quella che è considerata la posizione più ambita: un posto a tempo indeterminato in un ospedale pubblico. Tanto che i candidati che questa mattina, mercoledì 13 aprile, hanno varcato i cancelli della Fiera di Erba, avevano una provenienza geografica che copriva tutto lo Stivale, dal Nord al Sud, passando per il Centro Italia. Si è tenuta oggi, infatti, la prima convocazione degli aspiranti collaboratori professionali sanitari, ovvero infermieri, per il conferimento di un incaricato presso l'Azienda sociosanitaria territoriale (Asst) di Lecco. Come era già accaduto lo scorso anno per il concorso degli aspiranti operatori socio sanitari (Oss), anche quest'anno il Manzoni ha dovuto avvalersi di una struttura esterna, il polo fieristico erbese, per dare spazio alle tremila domande pervenute agli uffici con i candidati suddivisi in due gruppi, seguendo l'ordine alfabetico con una seconda convocazione dunque già in programma per domani. Uno, come dicevamo, il posto effettivamente a disposizione, tuttavia, per molti c'è la speranza di riuscire ad entrare quantomeno in una "classifica", utile non solo per far poi da "supplente". "La graduatoria ha validità di tre anni dal momento in cui viene deliberata" ha spiegato la responsabile del SITRA (Servizio Infermieristico Tecnico e Riabilitativo Aziendale) Anna Cazzaniga. "Subito procederemo all'assunzione del primo. Poi anche di altri - ma non mi posso sbilanciare nel dare un numero - in base ai ruoli che dovrebbero a breve autorizzarci". Diversi infatti gli infermieri che, nel corso del 2015 e nei primi mesi dell'anno in corso, non sono stati sostituiti nella pianta organica dopo aver rassegnato le proprie dimissioni volontarie. "Quest'oggi dei 1.500 candidati convocati si sono presentati in 946, un numero in linea con quello atteso. Domani sarà il turno dell'altra metà, 1.600 persone circa, quindi ci aspettiamo un'affluenza un pochino più alta, nell'ordine di qualche decina di aspiranti" ha proseguito la responsabile ricordando come - a livello aziendale e dunque sia nelle strutture ospedaliere sia nelle realtà territoriali - siano circa 1.400 i posti da infermiere complessivamente autorizzati. Svariati, questa mattina a Erba, i soggetti, uomini e donne, in coda per accedere allo stanzone scelto come sede per la prova scritti che un impiego lo hanno già, ma che sono stati spinti a partecipare, accomunati dalla medesima motivazione: la sicurezza di un posto fisso non solo per ragioni economiche che consentano di fare progetti per il futuro, ma anche di prestigio sociale, per il fatto di avere un impiego presso un ente ospedaliero.E' il caso di Cecilia, prima alle dipendenze di una cooperativa e oggi libera professionista in una casa di riposo privata. Lo stesso per Maria Rita, nelle stesse condizioni presso un'Azienda sociosanitaria di Milano, al suo quinto concorso. O ancora Giulia, neolaureta in possesso di partita Iva che lavora da un mese in una rsa a Nova Milanese: "ho già provato il concorso per l'Asst di Garbagnate Milanese e anche in questo caso spero almeno di entrare in graduatoria". Lo stesso per le amiche: Federica, che lavora come libera professionista in una clinica privata di Paderno e Veronica, impiegata in una casa di riposo per sostituzione di una maternità: "In questo ambiente non si possono sfruttare tutte le competenze per cui ti ha preparato l'università. Lavorare in un ospedale in questo senso ha un valore aggiunto". Marta, che viene dalla provincia di Varese, lavora in un reparto ospedaliero di Milano appaltato da una cooperativa, mentre Michela ha un contratto di sei mesi al nosocomio di Rho. Silvia, che viene da Livigno, lavora in una struttura poli ambulatoriale privata e aspira ad entrare nel mondo ospedaliero. Francesca, Luana e Paola lavorano già nel reparto di ortopedia al Manzoni di Lecco ma attraverso un contratto con una cooperativa e vorrebbero entrare a tempo indeterminato. L'amica Silvia è in servizio a tempo indeterminato presso una casa di riposo del lecchese, ma è al secondo concorso per accedere a un incarico in un posto pubblico: "I numeri dei partecipanti sono sempre molto alti: all'ospedale Niguarda eravamo in dodici mila". Il trio di amici Giovanni, Mattia e Davide, si sono svegliati di buon'ora questa mattina per raggiungere Erba dall'Emilia: da poco laureati, uno lavora presso un istituto psichiatrico per tossicodipendenti a Piacenza, l'altro nel carcere di Parma, mentre il terzo comincerà a giugno in una rsa. Tutti a tempo determinato. Laurea in tasca da novembre anche Deborah, da Salerno, ha tentato oggi il suo primo concorso, così come l'amica Stefania che proverà alcune prove prima di fare semmai una scelta che sta sempre più prendendo piede nella sua testa: "Ho dei parenti in Germania. Le possibilità sono diverse e se non trovo nulla qui, mi trasferirò e cercherò la una possibilità". Non è l'unica, tra le candidate di oggi, ad aver valutato l'eventualità di emigrare all'estero: "Lavoro in una clinica privata che si occupa di chirurgia plastica. A livello economico non mi posso lamentare, ma lavoro poco. Quindi sto pensando di andare a Madrid" ha confessato un'altra aspirante infermiera dell'Asst di Lecco. Elvira e Giada lavorano in una casa di riposo a Reggio Emilia a tempo indeterminato, ma aspirano anche al "posto pubblico". Martina e Agostino, siciliani di origine e fidanzati da tanti anni, stanno iniziando a pensare seriamente a un percorso di vita insieme: "Lavoriamo in un'ASP di Reggio Emilia, ma vorremmo avere la sicurezza di poter pensare serenamente al nostro futuro". Il siciliano Pietro è impiegato in una casa di riposo del comasco, ma confida di riuscire ad accedere all'incarico, come l'amica Valentina, laureata a novembre, ancora senza impiego e al suo secondo concorso. Un altro gruppo di siculi, che ha dormito in un hotel della zona, è arrivato fino a Erba nella speranza di avere accesso a questo lavoro: è il caso di Flavia che, pur avendo avuto esperienze in ambito ospedaliero, è oggi senza un'occupazione, ma anche di Simona, neolaureata che sta tentando diversi concorsi e di Valentina, al terzo concorso pur con alle spalle un impiego a tempo indeterminato presso una casa di riposo. Michele, invece, per il momento sta lavorando in una clinica privata con un contratto che gli viene rinnovato di mese in mese. C'è poi il caso di Luigi, dipendente come Oss dell'ospedale di Cinisello Balsamo, che ha conciliato con il lavoro gli studi per avere la qualifica di infermiere: "Nel pubblico non c'è la possibilità di fare un passaggio di "grado" e dunque sono costretto ad affrontare i concorsi". L'amica Marianna un impiego a tempo fisso lo ha già. E' infermiera, sempre a Cinisello Balsamo: "Non c'è la possibilità di avere la mobilità tra le strutture pubbliche e quindi conviene fare concorsi".Ci sono, infine, gli amici abruzzesi Francesco e Federico: uno che lavora a tempo determinato per il 112 e l'altro che si occupa, part-time, di prelievi a domicilio. "Cerchiamo una posizione pubblica che ci consenta di avere una sicurezza economica". Abbiamo raccolto alcune testimonianze di tanti volti presenti questa mattina: sono il riflesso delle attuali possibilità occupazionali che però non soddisfano fino in fondo, ma soprattutto non offrono garanzie per il futuro. Per i motivi più disparati è ancora il posto pubblico a contare davvero: "per dignità", come ci ha detto un candidato. Al Lariofiere si "replicherà" anche domani, per i candidati dalla lettera L alla Z. Dopo di che, chi supera il primo step, sarà convocato per la prova pratica - sempre in forma scritta e sempre con sede d'esame a Erba - in calendario per il 4 maggio a cui farà seguito, per un numero sempre più limitato di aspiranti al posto, l'orale con primo colloquio fissato per il 16. Una volta stilato la graduatoria l'attesa della fatidica chiamata, dal secondo a scendere, riprenderà. Solo per la cronaca, per gli OSS, dopo il concorso dello scorso anno, sono già 26 le persone a cui l'Ao - ora Asst - ha attribuito un posto. 

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