"Un Tribal City indimenticabile che entrerà nella storia della musica di Lecco".È con queste parole che Max Malavasi, perfomer e insegnante della scuola di musica Crams, ha descritto nella mattinata di domenica 20 dicembre, in occasione della performance musicale insieme ai richiedenti asilo del Bione che ha animato il lungolago e nel pomeriggio piazza Garibaldi, l'evento "100 tamburi in città". Indimenticabile perché quest'anno tra i "100 tamburi" non c'erano solo gli allievi e i docenti delle scuole musicali e le associazioni del territorio. A prendere parte al grande progetto musicale ci sono stati infatti anche degli ospiti d'eccezione, ovvero i richiedenti asilo che sono ospitati al Centro di accoglienza del Bione, e questo ovviamente ha fatto sì che l'intero evento assumesse un significato più profondo, di incontro e condivisione, dove la musica ha fatto da cornice.Tribal City non è solo un progetto musicale dunque, è qualcosa di più. Non a caso l'idea di questa iniziativa è nata da una proposta che va oltre i confini lecchesi. Il 21 dicembre 2012 infatti, l'artista Michelangelo Pistoletto ha proposto di istituire una giornata mondiale della Rinascita, il cosiddetto Rebirth-Day. Da allora in tutto il mondo si festeggia organizzando spettacoli e iniziative di ogni tipo, creando momenti di incontro per rinascere e costruire tutti insieme il "Terzo Paradiso", ovvero "il mondo che vogliamo".VIDEOTribal City nasce dunque da qui, ovvero dall'idea di festeggiare una nuova rinascita artistica culturale della civiltà attuale.Come già accennato sono due le performance che hanno animato la città nella giornata di domenica. Due esibizioni distinte in due spazi e tempi diversi che hanno visto entrambe la coordinazione artistica di Carlo Ravot. La prima, intitolata "Suoni Lontani", è avvenuta nella zona del Lungolago insieme ai richiedenti asilo del Centro Accoglienza di Bione e a qualsiasi passante volesse partecipare sotto la guida di performer Max Malavasi, che nelle scorse settimane ha trascorso motlo tempo in questi ragazzi, stringendo un forte legame come ha sottolineato lui stesso: "è stata un'esperienza incredibile perché ognuno di loro ha portato la propria cultura attraverso la musica. Hanno insegnato più loro a me, di quanto abbia fatto io con loro, è stato un arricchimento personale enorme".Il vero evento è stato però quello che si è svolto al pomeriggio in piazza Garibaldi, dove in tantissimi hanno assistito allo spettacolo della "MegaPercussioneBand".Percussionisti di ogni età di Lecco e dintorni hanno dato vita a un concerto spettacolare e coinvolgente, attirando centinaia di passanti. Un ensemble più che allargato, che comprendeva insegnanti e allievi delle Scuole di Musica di Lecco e provincia, allievi delle scuole pubbliche e private, gruppi, laboratori ed ensemble di percussioni, associazioni, singoli musicisti e chiunque altro volesse partecipare.[GALLERYCENTRALE]Nello specifico erano presenti:- allievi delle Scuole Musica del CRAMS - Lecco e Monticello Brianza;- allievi dei corsi di percussioni del liceo musicale G.B Grassi di Lecco;- allievi dei corsi di percussioni della scuola media a indirizzo musicale A.Stoppani;- allievi dei corsi di percussioni della scuola media a indirizzo musicale L.Vitali - Bellano;- allievi dei corsi di percussioni della scuola media a indirizzo musicale U.Foscolo di Como;- associazione Taiko di Lecco;- allievi C.F.P.P. - Lecco;- comunità "Il gabbiano" - Calolziocorte e Piona;- allievi delle scuole primarie - Lecco e Garlate;- allievi del C.P.I.A. - Lecco;- banda di percussionisti del Crams "Fuori Tempo";- batteristi e percussionisti delle scuole secondarie del Distretto del Barro;- gruppo Percussionisti Anonimi.Per l'occasione ogni percussionista ha portato con sè il proprio strumento/oggetto a percussione. C'erano timpani, rullanti, tamburi, ma anche pentole, bidoni e qualsiasi oggetto metallico potesse risonare. Una performance aperta a chiunque e a qualsiasi "percussione" dunque. Ideatore e coordinatore dell'iniziativa è stato Carlo Ravot del CRAMS, che nel giro di qualche giorno è riuscito a mettere in piedi una vera e proprio percussion band.Gli spartiti e le strutture dei brani sono stati inviati anticipatamente ai singoli partecipanti, ma la maggior parte del concerto ha previsto improvvisazioni e parti libere preparate precedentemente dai singoli gruppi.Un evento assolutamente riuscito che si spera possa ripetersi anche negli anni prossimi, sempre in un clima di festa, condivisione e "rinascita".
↧