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Funzione pubblica, adesione del 70% allo sciopero generale

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Sono partiti in un centinaio da Lecco alla volta di Milano, nella mattinata di giovedì 7 aprile, per partecipare alla manifestazione generale unitaria indetta a livello regionale da Fp Cgil, Fp Cisl, Uilfpl, Uilpa. Rinnovo del contratto nazionale per i lavoratori pubblici e privati della categoria funzione pubblica, miglioramento dei servizi e valorizzazione del lavoro. Queste la principali rivendicazioni dello sciopero generale, promosso attraverso un corteo che da Piazza Duca d’Aosta si è concluso in Piazza Città di Lombardia. Oltre al gruppo che ha raggiunto Milano per manifestare, in presenza dei funzionari sindacali di categoria, è stata elevata l’adesione allo sciopero sul territorio lecchese. “Ha riguardato il 70% circa dei dipendenti. I centri diurni per disabili di Merate e Calolziocorte sono rimasti chiusi, l’astensione dal lavoro ha coinvolto diversi i lavoratori di Ats e Asst – in ambito sanitario pubblico – e altri nel settore della cooperazione, ma anche dell’Agenzia delle entrate e Agenzia del territorio” ha spiegato Catello Tramparulo, funzionario Fp Cgil. “Una adesione forte si è registrata a La nostra Famiglia, con sede tra le altre a Bosisio Parini, e una delegazione di lavoratori ha partecipato alla manifestazione di Milano. Nel loro caso, di contratto relativo al settore sanitario privato, attendono da ben 8 anni il rinnovo. È bloccata da 5 anni anche la contrattazione di secondo livello, cioè quella aziendale. Sono lavoratori “congelati”, e l’obiettivo è quello di arrivare ad una piattaforma unitaria per quanto riguarda la sanità privata”.Tra le rivendicazioni promosse dai lavoratori di Ministeri, Agenzie fiscali, Enti pubblici non economici, enti locali, sanità pubblica e privata, terzo settore e cooperative sociali, la principale riguarda proprio la necessità di rinnovare il contratto nazionale fermo da anni, rilanciare la contrattazione decentrata, aumentare le retribuzioni ferme da oltre 6 anni, superare i vincoli della legge Fornero sulle pensioni. A questo si aggiunge la richiesta di un confronto a livello regionale e aziendale sugli effetti e le ricadute della legge di riforma regionale in ambito sociosanitario, al fine di valorizzare il lavoro degli operatori e migliorare la qualità dei servizi. Si chiede poi il rispetto di orari di lavoro e diritto al riposo, e la promozione di un piano regionale di assunzioni finalizzato alla riduzione delle liste di attesa per le prestazioni sanitarie e alla creazione di nuovi posti di lavoro per professionisti sanitari e sociosanitari, medici, infermieri, OSS. Infine, i sindacati rivendicano la necessità di un confronto con Regione Lombardia su una proposta organica di ridisegno delle funzioni pubbliche e istituzionali sul territorio, in previsione della riduzione della presenza dello Stato (inteso come Prefettura, Provincia, Corpo forestale e Vigili del fuoco tra gli altri) conseguenza della legge Madia. Lo sciopero di giovedì a Milano sarà riproposto in altre Regioni italiane nel corso dei prossimi mesi.

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