Quantcast
Channel: Lecco Online > Ultimi articoli
Viewing all articles
Browse latest Browse all 66847

Lecco: in un alloggio del centro la sede di una delle 'cartiere' implicate nella frode milionaria scoperta dalle Fiamme Gialle

$
0
0
Non sono riusciti ad ottenere le chiavi, "incappando" nell'opposizione messa nera su bianco dal legale di uno degli indagati. Lasciate così da parte "le buone", i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Vicenza, supportati da colleghi del locale Comando, sono passati alle vie di fatto, forzando la porta d'accesso ad un appartamento sito all'interno di un complesso residenziale in pieno centro a Lecco per operare l'unica perquisizione disposta nella nostra provincia nell'ambito dell'operazione "Marchio Sfrenato", coordinata dal Sostituto Procuratore Luigi Salvadori, all'esito della quale è stata smascherata - ritengono gli inquirenti - un'articolata organizzazione criminale che tra il 2013 e i primi mesi del 2015 sembrerebbe essere riuscita a organizzare una frode milionaria ai danni dell'Erario. 47 i soggetti indagati con perquisizioni disposte in 13 province provincie lungo tutto lo Stivale, dal Vicenza a Caserta passando per Milano, Roma, Bergamo, Como, Ascoli Piceno, Arezzo, Bari, Napoli, Casoria, Matera, Potenza e appunto Lecco dove i baschi verdi hanno voluto vederci chiaro su una delle 36 società toccate dall'inchiesta incentrata sulla commercializzazione di oro delle quali almeno 16 sono ritenute non solo fittizie ma anche totalmente sconosciute al Fisco tanto che, tra il 2013 e il 2014, avrebbero evaso Iva per circa 25 milioni di euro. Amministrate - chiaramente solo sulla carte - da soggetti prestanome, alcuni dei quali risultati essere nella realtà idraulici, parcheggiatori abusivi, mendicanti senza fissa dimora o cittadini stranieri residenti all'estero ma domiciliati in un albergo meneghino, avevano anche sedi legali dichiarate in negozi vuoti, fast food e perfino in un centro sociale. Quella attenzionata nel lecchese, può banalmente, era "allocata" all'interno di un comune appartamento del centro cittadino, risultato però in disuso e in stato d'abbandono da tempo. Neanche a dirlo, come confermato dal tenente colonnello Fabio Dametto della Guardia di Finanza di Vicenza, referente per l'intera attività d'indagine, una volta riusciti ad entrare nell'alloggio, le fiamme gialle non vi hanno trovano nulla all'interno. Non un solo pc che potesse effettivamente attestare che quella fosse la reale sede di un'impresa realmente operativa. E proprio sulla creazione di società così dette "cartiere", aperte soltanto per movimentare fatture e per interporsi nella filiera commerciale sembrerebbe basarsi l'interno sistema di frode scoperto dai finanzieri vicentini. "In sintesi, alcune società sane vendevano oro industriale, di purezza pari o superiore a 325 millesimi, alle società cartiere intestate ai prestanome. La purezza minima di 325 millesimi faceva sì che le vendite in questione avvenissero tramite il regime di non imponibilità IVA definito "reverse charge", che permette alla società acquirente di non pagare l'IVA sull'acquisto. Quindi, pur non eseguendo alcun tipo di lavorazione sul metallo acquistato (in quanto società fittizie, senza uffici, stabilimenti o macchinari industriali), quest'ultime rivendevano la merce acquistata riducendone il titolo di purezza, in modo da poterla cedere con IVA, maturando così un debito da versare all'Erario" spiegano i militari. "È facile prevedere cosa avvenisse in seguito: i soldi "sparivano" dai conti correnti, lasciando gli improvvisati amministratori con debiti milionari nei confronti dello Stato. La merce, proveniente dalle società "sane", giungeva intanto ad un destinatario finale reale passando, quindi, proprio tramite le "cartiere". Per rendere meno evidente il disegno criminoso, tale passaggio commerciale veniva filtrato anche tramite ulteriori società - definite appunto "filtri" - che evitavano un contatto commerciale diretto tra il destinatario finale della merce (società sana ed operativa) con le società cartiere. In particolare, le perquisizioni hanno portato al sequestro di rilevante documentazione riconducibile alle società "cartiere" e a quelle che fungevano da "filtro", oltre che alle fatture incriminate per un valore di oltre 350milioni di euro,  che saranno analizzate dagli investigatori per quantificare al meglio gli importi e per chiarire le posizioni di tutti gli indagati. Appare quasi superfluo aggiungere, infine, che molti dei soggetti coinvolti si sono dati alla macchia con la propria parte di bottino, tornando nel proprio Paese d'origine (nel caso degli stranieri) o lasciandolo (nel caso di soggetti italiani) per sfuggire alla macchina della Giustizia".

Viewing all articles
Browse latest Browse all 66847

Trending Articles



<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>