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Calolzio: il Vescovo si interroga sul futuro delle parrocchie, ''verso le unità pastorali''

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Quale futuro per le parrocchie del calolziese? E' stato anche questo uno dei temi affrontati durante l'incontro delle comunità del vicariato di Calolzio-Caprino con il Vescovo della diocesi di Bergamo, monsignor Francesco Beschi. Il Vescovo mons. Francesco Beschi con il vicario Don Roberto TrussardiDopo una giornata trascorsa con i sacerdoti, in serata l'alto prelato ha incontrato i fedeli all'oratorio di Sala: una lunga "chiacchierata" durata oltre tre ore alla quale hanno voluto presenziare più di 200 parrocchiani, in gran parte volontari negli oratori e nelle varie associazioni che si occupano della carità.Un momento di preghiera ma soprattutto di confronto: il Vescovo ha ascoltato anzitutto le domande dei "suoi" fedeli, rispondendo a tutti gli argomenti proposti.Dal catechismo alla formazione dei sacerdoti, dalla vita in parrocchia alle relazioni con gli adolescenti: sono tanti gli spunti di riflessione.VIDEOE tra questi, come dicevamo, non poteva mancare anche quello di una "riorganizzazione" delle parrocchie che anche in Val San Martino devono fare i conti anzitutto con un sempre minore numero di sacerdoti. E anche la partecipazione attiva dei fedeli alla vita di comunità non è scontata come forse lo era in passato. Ultimo a destra il coadiutore di Calolzio don Matteo Bartoli "Il nostro vicariato ha una sua fisionomia unica dentro la ricchezza della nostra diocesi, sia per il fatto di trovarsi diviso su due province sia per seguire il calendario e il rito ambrosiano. Emerge spesso la "fatica" a tenere relazioni stabili con le iniziative diocesane. Rischiamo di vivere una nostra autonomia funzionale come conseguenza della collocazione geografica e istituzionale" hanno scritto i sacerdoti in una relazione affidata a monsignor Beschi. Padre Livio Valenti di Somasca e don Luca Casali di SalaQuella del circondario di Calolzio è infatti una realtà geografica è fortemente variegata, caratterizzata anzitutto da una forte frammentazione: lo testimonia il fatto che il vicariato è suddiviso in 20 parrocchie in soli 8 comuni. Altri vicariati bergamaschi con un numero di abitanti simile, conoscono invece un numero assai minore di parrocchie. Nel vicariato di Alzano ci sono 8 parrocchie (su 4 comuni), nel vicariato di Calepio-Telgate le parrocchie sono invece 8, sparse in 6 comuni. A sinistra mons. Angelo Riva, parroco di Carenno"Non ci soffermiamo sull'analisi statistica di quante persone partecipano alla vita parrocchiale e neppure di quanti stranieri abitano stabilmente questo territorio" hanno continuato i parroci. "Certamente però la frammentazione geografica ci chiede l'urgenza di una seria riorganizzazione". In prima fila a destra l’arciprete di Calolzio don Giancarlo Scarpellini e il parroco di Foppenico don Angelo BelottiLa strada da percorrere - Vescovo, sacerdoti e fedeli insieme - sembra sarà quella delle unità pastorali."Noi siamo fortunati: dobbiamo affrontare questo aspetto ma non dobbiamo farlo con l'acqua alla gola. Siamo ancora lontanissimi dalle situazioni che si vivono ad esempio in Francia dove un solo sacerdote si deve occupare anche di 30 parrocchie" ha sottolineato il Vescovo di Bergamo. "Dobbiamo prepararci al fatto che in futuro i preti saranno meno numerosi, ma è un passaggio che possiamo vivere in maniera positiva".Niente allarmismi dunque: le parrocchie non spariranno. "Ma certamente anche nel vicariato di Caprino-Calolzio prospetteremo altre unità pastorali, ad esempio seguendo la differenza che già esiste tra le parrocchie "della città" e quelle che invece si trovano "in collina"" ha continuato Beschi. "Creare un'unità pastorale non significa però celebrare il funerale delle parrocchie che invece rimarranno con la loro propria soggettività. Non ci attende un futuro in cui la parrocchia diventa meno importante, viene mortificata: ci attende un futuro in cui la parrocchia viene rinnovata, perché non può essere più quella immaginata dal Concilio di Trento. E per questo occorre che la soggettività parrocchiale non sia chiusa: servono forme di collaborazione, di progettualità pastorale condivisa, in cui l'aspetto dell'unità diventi una forma per valorizzare le varie realtà".In futuro - ancor più che in passato - non si potrà rimanere isolati, non si potrà pensare solo per sé: è questo il chiaro messaggio lanciato dal salone dell'oratorio di Sala.Tante le sfide che oggi la Chiesa deve affrontare. Anche nel Calolziese la crisi si è abbattuta con forza,"Il nostro vicariato conta all'incirca 13.300 famiglie, con tutte le situazioni di fragilità e di difficoltà che la nostra società porta con sé" hanno ancora sottolineato il sacerdoti del calolziese. "Come in molte altre realtà le nostre parrocchie sono impegnate a sostenere le famiglie con minori in difficoltà. Si è cercato di tendere una mano alle famiglie in difficoltà anche attraverso un sostegno e un aiuto economico. Certamente la povertà economica è presente, anche se ci preoccupa non meno la povertà relazionale, in particolare per quanto riguarda la solitudine degli anziani e la fatica di molti giovani nell'individuare un futuro stabile"."L'uomo contemporaneo è esposto al morbo della solitudine, una malattia contagiosa che colpisce tutta la nostra società, indipendentemente dalle fasce d'età" ha concluso il vescovo. "Oltre alle difficoltà economiche ci sono anche le miserie culturali: la cultura è un lusso ma l'ignoranza è una malattia molto grave. E la risposta alle nostre miserie è proprio la misericordia: il dono dell'amore gratuito".Monsignor Beschi ha potuto cenare - nella veloce pausa a metà serata - insieme ai sacerdoti e ai 200 fedeli presenti, grazie all'instancabile lavoro dei volontari dell'Oratorio di Sala che hanno offerto un piatto di pasta a tutti i partecipanti all'incontro.

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