Giovedì 10 marzo terminerà il contratto di solidarietà attivo per i dipendenti del Tubettificio Europeo S.p.a. di Lecco. Entro la fine del mese dovrà essere presentato, da parte della direzione aziendale che ha chiesto l’ammissione alla procedura di concordato preventivo, un piano economico per garantire la continuità a partire al 1° aprile. Attualmente i 119 dipendenti stanno lavorando (con percentuali diverse di applicazione del contratto di solidarietà, in media del 50%) e percepiscono regolarmente gli stipendi, ma vivono in uno stato di grande incertezza per quel che riguarda il proprio futuro. L'azienda lecchese“Abbiamo avviato un percorso per ottenere la cassa integrazione ordinaria per tutti i lavoratori, a partire dall’11 marzo, in modo che possa “coprirli” fino alla fine del mese” ha spiegato Mauro Castelli, funzionario della Fiome Cgil che oggi ha incontrato i dipendenti in azienda unitamente alle rsu, Giovanni Gianola (Fim Cisl) e Enrico Azzaro (Uilm Uil). “Attendiamo in questi giorni l’autorizzazione dell’ammortizzatore sociale. Oggi abbiamo comunicato ai lavoratori quello che ci è stato riferito in occasione dell’incontro avuto in Provincia. Cioè che è in atto una fase di trattative, e al momento non ci possono essere fornite risposte certe”. L’azienda, specializzata nella produzione, acquisto e vendita di contenitori in alluminio, è in difficoltà dal punto di vista finanziario da alcuni anni, e la scorsa estate i lavoratori hanno lamentato un ritardo nel pagamento degli stipendi. La situazione si è risolta, ma a fine 2015 è stata depositata la domanda per l’ammissione alla procedura di concordato preventivo. “Ogni mese deve essere presentata al Tribunale una relazione economica sull’attività in corso, e l’azienda non può generare ulteriori debiti” ha spiegato Mauro Castelli. “La speranza per i lavoratori è che il piano industriale di rilancio sia accettato dal giudice, e consenta di proseguire con l’attività aziendale. Al momento non sappiamo se questo comporterà la presenza di una realtà esterna che rilevi l’azienda”. Per avere risposta sul futuro dei lavoratori dal 1° di aprile in poi sarà necessario attendere ancora.
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