Marco GhezziIeri sera in Consiglio Comunale a Calolziocorte si sono discussi il Bilancio preventivo del 2016 e il programma triennale fino al 2018. Sindaco e capogruppo del PD ci hanno presentato un quadro positivo, che si fa davvero fatica a condividere. Del resto, i numeri dicono esattamente il contrario. E cioè: il nostro Comune sta lentamente scivolando verso il degrado, abbandonato da una maggioranza di centro-sinistra che nulla sta facendo per fermare un declino rapido e devastante, sotto ogni aspetto: sicurezza, qualità della vita, commercio, attività industriali, servizi, partecipazione dei cittadini, a cui viene spesso nascosta la verità. Eclatante, solo per fare un esempio, la bugia raccontata per giustificare l’assenza dei vigili alla Notte Bianca. Ad aggravare il tutto, la mancanza di una qualsiasi programmazione per il futuro. Ora, dopo aver svuotato le casse di Ausm e aver venduto (male) il ramo rifiuti dell’azienda municipale, e dopo aver portato ai massimi l’IMU, la Giunta Valsecchi si prepara a innalzare l’addizionale IRPEF nel 2017 e nel 2018, anche in questo caso verso la soglia più alta. Senza alcuna progressività ed eliminando persino l’esenzione per chi guadagna meno di 12.000 euro. Investimenti veri non ce ne sono. Le due sole opere previste sopra i 100.000 euro, per altro di portata minore, nella migliore delle ipotesi, vedranno la luce a fine 2017. Per il resto, ordinaria amministrazione. Le risorse vengono infatti drenate dal vorace stato centrale, che chiede sacrifici alla periferia, per non cambiare nulla a Roma. O peggio, per sostenere le campagne elettorali del fenomeno fiorentino che il PD ha messo a fare il Presidente del Consiglio. Le cui iniziative (Job acts, 80 euro, ecc) sono state tutte attuate in deficit, cioè aumentando il debito pubblico. Niente revisione della spesa centrale, ma distacco di corpose cambiali che qualcuno dovrà pagare tra qualche anno. E così, con sempre meno risorse a disposizione, il Comune ha cominciato a tagliare anche sulla manutenzione ordinaria, cifre importanti un po’ in tutti i settori, anche quelli più delicati. Politica molto pericolosa. Parallelamente sono previsti aumenti (piccoli ma significativi) per la Tari, anche se ci avevano promesso che, con l’arrivo di Silea, per tre anni potevamo stare tranquilli. D’altro canto, qualcuno dovrà pagare di più alcuni servizi, come per esempio il trasporto scolastico. Alle stelle anche le multe pagate dai cittadini, già perseguitati dalla burocrazia. Bocciati dalla maggioranza, infine, tutti i nostri emendamenti che chiedevano, tra l’altro, di ridurre l’IMU sui capannoni, potenziare i servizi per la sicurezza e costituire un fondo per ridurre i costi della Tari a carico dei commercianti, i più colpiti dalla crisi. Ma il vero punto critico è l’assenza di iniziativa, di un programma per il futuro, di una visione per tornare a crescere. Le amministrazioni locali non possono rassegnarsi ad essere i gabellieri di uno stato centrale, che non ha mai smesso di essere vorace. La ricetta giusta ci sarebbe: è quella attuata dagli stati federali svizzeri e tedeschi, tanto per citare i più vicini a noi. Basterebbe copiarla. Difficile per un centro-sinistra da sempre centralista e dirigista, solo attento alla gestione del potere.
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