Virginio BrivioRisponde con assoluta disponibilità e cortesia il sindaco Virginio Brivio, contattato telefonicamente a poche ore dalla lettura del dispositivo della sentenza attraverso la quale i giudici del Tribunale di Lecco - Enrico Manzi presidente con a latere i colleghi Maria Chiara Arrighi e Salvatore Catalano - hanno riconosciuto nuovamente la presenza di un'associazione per delinquere di stampo mafioso in città dopo due importanti inchieste sul tema - Wall Street e Oversize - nonché a stretto giro con Insubria, l'indagine che ha portato a "smantellare" la presunta Locale di Calolziocorte. "Il primo dato - ha detto il borgomastro, riferendosi alla pronuncia odierna - è il riconoscimento della presenza mafiosa, seppur ricondotta a quattro persone. Si tratta di un tema purtroppo presente a Lecco che ci spinge a lavorare ancora di più. Questo nonostante la contraddizione tra le due sentenze (a Milano il gup Roberto Arnaldi, giudicando Ernesto Palermo, Alessandro Nania e Claudio Bongarzoni aveva ritenuto non sussistente l'associazione mafiosa, condannando i tre per associazione semplice ndr): dobbiamo lavorare affinché gli anticorpi continuino ad agire, anche con azioni di prevenzione. Il secondo dato è più personale" ha aggiunto poi il sindaco, facendo riferimento alla trasmissione degli atti relativi alla sua testimonianza alla Procura, chiesta dal pm Bruna Albertini e accordata quest'oggi dal collegio. "Confermo la mia piena disponibilità e sono molto sereno" ha aggiunto al riguardo Brivio. "Sono pronto a spiegare gli elementi apparsi non chiari o contradditori al pubblico ministero, consapevole che quanto finora detto rispecchia la verità su quanto sapevo o ricordavo su fatti risalenti al 2011". Si fa invece più duro nell'esprimere un commento sulla "sentenza politica" irrogata da Qui Lecco Libera nei suoi confronti. "Ho pieno rispetto dei giudici, coloro che si atteggiano a chierici del giustizialismo non mi tangono". Ricordando così come quest'oggi la sentenza abbia attribuito effettive responsabilità per determinati fatti ascritti agli imputati, Virginio Brivio ha ribadito la sua volontà di "continuare a lavorare con serenità", non lasciandosi travolgere da chi - a suo giudizio - si attacca a ricostruzioni di parte per lasciare attacchi politici. A espressa domanda, risponde poi che non sa, con il senno del poi, se rifarebbe o meno tutto quello che ha fatto: "sarei molto più avveduto e prudente. Volevo comunque solo aiutare, in un momento faticoso, un collega in difficoltà" ha affermato aggiungendo poi che "solo chi tiene le mani in tasca non si prende rischi". Spontaneo domandare se quest'oggi - la telefonata è delle 17.15 - abbia già sentito Marco Rusconi: "non ancora, ma lo farò".
↧