I musei lecchesi dicono addio all'entrata gratuita: da settembre chi vorrà visitare Palazzo delle Paure e Palazzo Belgiojoso dovranno prima passare dalle casse, come peraltro già avviene per Villa Manzoni.La novità era già stata anticipata nei mesi scorsi ma ieri l'assessore Simona Piazza l'ha ufficializzata in commissione cultura: "far pagare un biglietto all'ingresso è un modo per migliorare i servizi che offriamo ai visitatori. Il nostro obiettivo è quello di migliorare l'offerta culturale in città, affinché la nostra città possa essere sempre più attrattiva anche dal punto di vista culturale".La scommessa è di quelle toste: l'offerta dei musei lecchesi vale il costo dell'ingresso? O questo otterrà l'effetto contrario scoraggiando le visite?Palazzo Belgiojoso e Villa Manzoni. Sotto la Torre Viscontea e Palazzo delle Paure La Piazza ne è convinta: "non sarà assolutamente un ostacolo. Basti pensare che già oggi il museo più visitato della città è proprio l'unico che è a pagamento: Villa Manzoni" ha sottolineato. "Dobbiamo intraprendere un percorso lungo e impegnativo ma che ci possa portare ad avere mostre di caratura nazionale e internazionale a Lecco. Deve essere questo il nostro obiettivo".La novità entrerà in vigore a settembre e, dopo i primi mesi di assestamento, la primavera 2017 sarà la vera prova del nove. Una bozza delle tariffe prevede che il biglietto d'ingresso a una delle strutture costerà 6 euro con una riduzione a 4 euro che sarà anche il costo che pagheranno i residenti di Lecco. Previsto anche un biglietto cumulativo per tutti i musei cittadini al costo di 14 euro (e non 18); 8 euro il prezzo invece del cumulativo ridotto (e non 12). Continuerà invece ad essere ad ingresso gratuito la Torre Viscontea, spesso sede di mostre ed esposizioni curate dalle associazioni lecchesi.In tutto l'introito nelle casse dei musei potrebbe essere di tutto rispetto: nel 2015 i cancelli di villa Manzoni sono stati varcati da 17.800 visitatori (più 8.500 solo per la tradizionale mostra dei presepi). Oltre 18.000 sono state invece le presenze a Palazzo delle Paure e 17.800 quelle a Palazzo Belgiojoso (sede dei musei archeologico, storico e di storia naturale) e 7.000 alla Torre.L'istituzione di un prezzo di ingresso è però solo una faccia della medaglia del nuovo piano dell'amministrazione per il miglioramento dell'offerta culturale della città. L'altra novità - che dovrebbe entrare in vigore ben prima - è rappresentata da un aumento dei giorni e degli orari di apertura delle strutture.Villa Manzoni sarà aperta dal martedì al venerdì dalle 9.30 alle 18, sabato e domenica l'apertura è invece posticipata alle 10. Stessi orari anche Palazzo delle Paure che manterrà l'apertura straordinaria dei giovedì sera dalle 21 alle 23 che piace sempre moltissimo ai lecchesi e ai turisti. Palazzo Belgiojoso dal martedì al venerdì sarà visitabile fino alle 14 mentre il sabato e la domenica sempre dalle 10 alle 18. La Torre Viscontea infine il martedì e il mercoledì farà orario mattutino dalle 9.30 alle 14 mentre giovedì e venerdì quello pomeridiano dalle 15 alle 18. Il weekend seguirà quello degli altri poli museali. Per tutti infine è previsto come giorno di chiusura il lunedì.Cambierà anche il calendario: i musei saranno aperti anche a Pasquetta e a Ferragosto (in passato le chiusure in questi giorni avevano suscitato non poche polemiche). Serrande abbassate invece a Natale, Santo Stefano, Capodanno, Pasqua e soprattutto al 1° maggio, nonostante sia un giorno di potenziale forte affluenza. Su questo aspetto l'assessore Piazza (ex Arci) è stata intransigente: la Festa dei lavoratori non si tocca. "Finché sarò assessore al primo maggio i nostri dipendenti non lavoreranno" è intervenuta. "E' una scelta precisa, per sottolineare il valore storico e sociale di questa festa, non quello politico".Il 2016 sarà dunque un anno di novità per l'intero Sistema Museale Lecchese (anch'esso peraltro alle prese con la riorganizzazione interna). Non resterà che aspettare per scoprire se la strada indicata si rivelerà quella giusta per il rilancio dell'offerta culturale della nostra città. Perché i turisti sono generalmente disposti a mettere mano al portafogli, purché ne valga davvero la pena.
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