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Ghislanzoni era solo un consulente della Rinnovo, per i suoi avvocati lo ha provato egli stesso

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La "premessa" dalla requisitoria dell'avvocato Filippo Bignardi nell'interesse del tecnico oggionese Alessio Ghilanzoni ha ricalcato l'incipit dell'arringa declamata la settimana scorsa dall'avvocato Paolo Camporini per Gaetano Mauri: i reati previsti dagli articoli 648bis e 648ter del codice penale - riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita - che, stando al capo d'imputazione, vengono contestati ai loro assisiti non possono concorrere tra loro. Ma, ha aggiunto quest'oggi Bignardi, anche parlando di riciclaggio "il pm non ha provato nulla degli elementi costitutivi del reato. Il geometra invece ha provato che i denari usati per le operazioni immobiliari compiute sono di sua proprietà" passaggio questo poi analiticamente dettagliato dal co-difensore, l'avvocato Antonio Giarletta che, conti alla mano, ha ricostruito la cronistoria dei "possedimenti" del proprio cliente. Ghilanzoni, dunque, hanno sostenuto i suoi legali, "non è mai stato socio né effettivo né apparente della Rinnovo Immobiliare", sebbene egli sia accusato anche di essere il socio occulto dei tale realtà formalmente intestata a Claudio Crotta e Claudio Bongarzone. Citato, a sostegno di tale convinzione opposta a quella della sostituto procuratore Bruna Albertini, quanto asserito in Aula dal commercialista Pecis, contabile della Rinnovo stesso. Il professionista - comparso dinnanzi al collegio giudicante - ha affermato, tra le altre cose, di non aver mai incontrato Ghislanzoni, che lo stesso non ha mai partecipato a riunioni relative alla società, non ha mai avuto firme sui conti correnti della stessa, non ha mai avuto deleghe per la movimentazione di denaro, non ha mai partecipato alla divisione degli utili.... Insomma "era un semplice consulente che emetteva fatture, regolarmente pagate dalla Rinnovo". Chiesta così l'assoluzione perché il fatto non sussiste o non costituisce reato e in subordine per insufficienza di prove anche perchè, come ricordato dall'avvocato Giarletta, citando Agata Christie, il nostro odinamento non prevede che più sospetti diventino una prova.

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