7 anni e un mese di reclusione. Questa la pena che il Pubblico ministero Silvia Zannini ha chiesto nella mattinata di oggi, lunedì 15 febbraio, per un uomo di origine marocchina accusato di violenza sessuale - ai sensi dell'articolo 609 bis del Codice penale - nei confronti della figlia della sua compagna che all'epoca dei fatti, nel 2012, aveva 9 anni.Egli era già stato giudicato colpevole, il 27 giugno 2013, dal collegio presieduto dal dottor Ambrogio Ceron (con a latere i colleghi Salvatore Catalano e Gian Marco De Vincenzi) e condannato a 8 anni di reclusione. La Corte d'Appello aveva però annullato il procedimento a causa di difetti di natura procedurale, rinviando nuovamente gli atti al Tribunale di Lecco, sempre in formazione collegiale ma con nuova composizione: Enrico Manzi, Maria Chiara Arrighi e Alessandra Cocuzza.Nell'udienza odierna, svoltasi a porte chiuse come del resto tutta la nuova istruttoria, contrariamente alla prima, è stata depositata la perizia sulla minore affidata alla psichiatra Mara Bertini, nonostante nel corso dell'originale processo la dottoressa Rosa Valotta, allora titolare della pubblica accusa, avesse sostenuto la totale attendibilità del racconto della bambina reso in sede di incidente probatorio.La piccola aveva riferito di come l'uomo la toccasse nelle parti intime, arrivando a compiere atti sessuali nei suoi confronti e visionando insieme a lei cartoni animati dal contenuto pornografico.Circostanze, queste, suffragate dalle testimonianze del ginecologo e della neuropsichiatra del Manzoni che visitarono la minore.L'avvocato difensore dell'uomo, Marco De Giorgio, ha chiesto - ma non è stato concesso - che la bambina fosse risentita, e ha chiesto per il suo assistito (attualmente libero) l'assoluzione.Si torna in aula per la (nuova) sentenza il prossimo 9 maggio.
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