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Vercurago, serata sul futuro degli oratori: 'pochi i don, collaborazioni tra parrocchie'

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E' un momento di trasformazione quello che stanno vivendo - o vivranno in un futuro non lontano - gli oratori del territorio, alle prese con i cambiamenti che attraversano la società.Anzitutto sono sempre di meno i bambini messi al mondo e allo stesso tempo diminuisce anche il numero dei sacerdoti, alle prese con sempre più impegni e con più di una parrocchia da "seguire". Quale può essere dunque il futuro dei nostri oratori?Per rispondere a questa domanda il parroco di Vercurago don Roberto Trussardi ha voluto organizzare un incontro con due giovani sacerdoti: don Matteo Bartoli, coadiutore dell'oratorio di Calolziocorte centro e don Filippo Dotti che si occupa invece dell'oratorio di San Nicolò di Lecco. Da sinistra don Matteo, don Filippo e don Roberto Due giovani preti - uno bergamasco e l'altro milanese doc - accomunati dalla simpatia, dalla spontaneità ma anche dal loro saper lavorare con e per i giovani delle nostre parrocchie.E anche il luogo della serata non poteva che essere il nuovo oratorio di Vercurago: una "scommessa" per il futuro di tutta la comunità. "Negli anni l'oratorio è cambiato moltissimo, ma continua ad essere un luogo dove i protagonisti sono i ragazzi. E' cambiato perché è cambiata la società stessa: la nostra sfida è infatti quella di essere vicini alla comunità e alle sue esigenze. Non per appiattarci ma per saper dare delle risposte" ha commentato don Matteo. "Oggi dobbiamo certamente affrontare delle fatiche: non è più scontato come un tempo che i ragazzi frequentino l'oratorio. Dobbiamo essere più "attrattivi", ma ovviamente non possiamo buttare a mare la nostra specificità non dobbiamo perdere il nostro messaggio solo nel nome dei numeri".Uno dei cambiamenti più grandi che bisognerà affrontare sarà però anche quello della mancanza di sacerdoti: nella diocesi di Bergamo (che comprende anche Calolzio e Vercurago) quest'anno non ci sono state ordinazioni. "La figura del prete giovane che segue "solo" l'oratorio e affianca il parroco è in forse. A Calolzio credo che in futuro si andrà nella direzione di avere un solo sacerdote che segue anche gli oratori di Foppenico e Sala. Che non significa perdere l'identità o far sparire i vari oratori parrocchiali che esistono ma aprire delle collaborazioni: ad iniziare ad esempio dall'oratorio estivo. Anche gli iscritti non sono più numerosi come in passato: basti pensare che quest'anno a Calolzio sono nati solo 100 bimbi in tutto, divisi fra le varie parrocchie".Per don Matteo diventeranno fondamentali i volontari che dovranno anche sostituire il coadiutore nelle varie incombenze: "penso a una sorta di segreteria dell'oratorio, una "equipe" formata da un gruppo di persone volenterose perché i sacerdoti non facilmente non potranno essere sempre presenti"."Anche a Lecco dobbiamo fare i conti con questo tipo di situazione: in città ci sono 15 oratori sparsi in tutti i rioni. E a volta dobbiamo fare delle scelte: a Malgrate ad esempio non è stato possibile mantenere il catechismo perché in seconda elementare c'erano solo due iscritti" ha continuato anche don Filippo. "Non è facile perché ogni comunità vuole mantenere vivo il "suo" oratorio ed è difficile convincere ragazzi e volontari a spostarsi in quello di altre parrocchie, pur vicine. Però stiamo cercando di portare avanti sempre più collaborazioni tra i gruppi delle diverse realtà".E per farlo anche le strutture servono: tanto la parrocchia di San Nicolò che quella di Calolzio coltivano il sogno di rifare gli ambienti degli oratori che iniziano ad avere qualche anno in più.Proprio come ha fatto don Roberto a Vercurago. "Devo dire che da quando abbiamo inaugurato la nuova realtà si è visto il cambiamento: riusciamo a coinvolgere indubbiamente più persone".Ma il don non ha dubbi: l'oratorio deve continuare a giocare il suo ruolo educativo anche - e forse soprattutto - nella società del domani."Io ho maturato la mia vocazione proprio in oratorio e ho collaborato, già come seminarista, in diverse realtà del territorio milanese. Mi piace moltissimo e spero di continuare sempre fare la vita dell'oratorio: si prega, si gioca, si sta insieme" ha commentato. "Gli oratori sono una forza della natura. Sono convinto che da parte ad una chiesa ci deve sempre essere un campetto da calcio perché oltre alla liturgia bisogna tradurre il vangelo nella vita, che è fatta anche di festa, sport e incontro. La nostra sfida è quella di essere sempre aperti a tutti, offrendo allo stesso momento un percorso educativo serio".

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