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Lecco: struttamento di straniere irregolari come badanti, un uomo finisce a processo

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Sono stati il sostituto commissario Domenico Nera e il suo “vice” Rodolfo Ratti, come a suo tempo fatto in conferenza stampa, a tratteggiare nei giorni scorsi, dinnanzi al giudice monocratico Salvatore Catalano, i contorni dell’indagine che ha originato il procedimento penale intentato nei confronti del lecchese L.C., chiamato a rispondere della violazione dell’articolo 12 del testo unico sull’immigrazione. Egli infatti – stando al quadro accusatorio, originariamente sostenuto dal sostituto procuratore Luca Fuzio che coordinò l’attività investigativa affidata dagli uomini della Digos della Questura di Lecco – avrebbe percepito dei guadagni facendo lavorare – tramite una sua agenzia con sede fittizia a Bergamo – almeno due straniere irregolari quali badanti presso famiglie che nulla sapevano del fatto che, in realtà, la giovani vivessero da clandestine sul territorio italiano e dunque non fossero mai state regolarmente assunte seppur “l’intermediario” rilasciasse ai datori di lavoro una pezza giustificativa per le prestazioni erogate dalle stesse e trattenesse per sé il 20% dello stipendio pattuito quale “provvigione” per il servizio reso. Almeno 15 le extracomunitarie inserite nel “giro”, secondo gli inquirenti. Due soltanto però gli “episodi” per i quali si sta procedendo in Tribunale a Lecco ovvero i casi relativi alle due badanti dalla cui denuncia partì l’inchiesta che portò poi all’arresto in flagranza di reato del lecchese, “pizzicato” dalle divise mentre raccoglieva il denaro provento – a loro avviso – dell’attività illecita. Era il 2009. Venute a conoscenza della sanatoria autorizzata nell’estate di quell’anno, una cittadina ucraina in servizio presso una famiglia di Lecco e una moldava che accudiva un anziano a Brugherio, avrebbero chiesto infatti a L.C. di essere regolarizzate. Dinnanzi al suo diniego avrebbero “confessato” ai loro assistiti di essere clandestine, andando incontro alla loro comprensione dopo l’iniziale smarrimento in quanto non consapevoli di avere per casa due lavoratrici non regolarmente assunte. Le due straniere si sarebbero poi rivolte anche alla Questura, sporgendo denuncia e facendo così scattare i controlli che hanno portato all’apertura del fascicolo a carico del lecchese, ora nelle mani del giudice Catalano, dinnanzi al quale nei prossimi mesi proseguirà l’istruttoria volta a far chiarezza sull’intera vicenda.

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